Gesenu, cda da rifare | Marconi lascia, ma ok bilancio - Tuttoggi.info

Gesenu, cda da rifare | Marconi lascia, ma ok bilancio

Alessia Chiriatti

Gesenu, cda da rifare | Marconi lascia, ma ok bilancio

Dopo il 30 giugno, lascia anche Farabbi | Sindacati preoccupati
Mer, 14/06/2017 - 17:27

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In casa Gesenu, il cda è tutto da rifare. Perché dopo l’annuncio sull’intenzione dell’amministratore unico di Gest, Stefano Farabbi, di non rinnovare il proprio incarico dopo il 30 giugno, arriva la conferma sulla già ventilata ipotesi che anche il presidente, Luca Marconi, non proseguirà nell’impegno con Gesenu. Segue a ruota nelle dimissioni anche Alessandro Formica, altro membro del cda, chiudendo un cerchio iniziato con l’abbandono, nei mesi scorsi, del consigliere Alessandra Fagotti.


>>> Gesenu Spa, Farabbi lascia | Frizioni tra Comune e socio privato


La situazione si è fatta un po’ più chiara, dopo gli annunci fatti a mezza bocca, durante il consiglio di amministrazione tenutosi questa mattina (mercoledì 14 giugno) in Gesenu. All’ordine del giorno l’approvazione del bilancio della partecipata: i conti risultano in ordine, con un utili di oltre un milione di euro. Dunque su questo versante nulla da eccepire. Eppure le voci sulle forti frizioni tra il socio pubblico e quello privato di Gesenu troverebbero la conferma proprio nella decisione dei membri del cda di abbandonare la ‘nave’.

Intanto dal mondo dei sindacati, resta alta la preoccupazione: questo pomeriggio, in Cgil al Bellocchio,come già annunciato su queste colonne, si tiene un incontro tra i vari rappresentanti del settore per discutere del futuro di Gesenu e dei suoi 500 lavoratori, nonostante non ci sia stato da parte della proprietà alcun annuncio a riguardo. “Desta forti preoccupazioni – commentano da di Uiltrasporti Umbria e Fit Cisl Umbria – la notizia dell’indisponibilità da parte del dottor Stefano Farabbi a proseguire l’amministrazione di Gesenu Spa. Queste ennesime dimissioni fanno seguito a un periodo di forte instabilità nella gestione di Gesenu, dovuta ai ben noti problemi finanziari e giudiziari. Si attendeva un nuovo piano industriale strategico che rilanciasse l’azienda e, invece, si è costretti ad assistere all’indifferenza del mondo politico e istituzionale che sembra dimenticare i numerosi lavoratori e le famiglie coinvolti in questa crisi.

Il silenzio assordante che proviene dalle istituzioni la dice lunga e preoccupa non poco. È ormai vecchia la richiesta inoltrata da Cgil, Cisl e Uil umbre, a cui ha fatto seguito anche opportuno sollecito, di un incontro con la Regione Umbria sul tema dei rifiuti. A oggi non abbiamo ricevuto risposta. La politica è tutela degli interessi di cittadini e lavoratori ed è giunta l’ora di mettere da parte la consueta faziosità e di impostare una strategia rivolta al bene della cittadinanza che preveda il contenimento delle tariffe e un’elevata qualità dei servizi, garanzia di tutela anche per lo stato di salute degli operatori”.

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