Forza Nuova, “Querela a chi ci lega a Ponte Felcino” | Delirio su antifascismo, aggressori e vittime - Tuttoggi.info

Forza Nuova, “Querela a chi ci lega a Ponte Felcino” | Delirio su antifascismo, aggressori e vittime

Redazione

Forza Nuova, “Querela a chi ci lega a Ponte Felcino” | Delirio su antifascismo, aggressori e vittime

Il movimento politico dichiara la sua estraneità ai fatti ma in una nota stampa attacca minacciosamente politici, giornalisti e antifascisti
Gio, 22/02/2018 - 15:20

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“La violenza porta un solo nome: antifascismo. Quereleremo chiunque osi accostare il nome del nostro movimento ai fatti di Ponte Felcino”.

Inizia così una nota stampa surreale del movimento politico Forza Nuova, quello che qualche decina di anni fa si sarebbe definito extraparlamentare, per sottolineare la natura di opposizione all’istituto del Parlamento stesso per metodo e forma di lotta diversa dalla pratica parlamentare.

E nella nota la minaccia per la messa in atto di una difesa, qualunque essa sia, del movimento da “aggressori” che in questo caso sono gli antifascisti, è chiarissima. Si inizia dalla forma più conosciuta ed anche abusata, verrebbe da dire, ovvero dalla querela.

“In merito ai fatti di violenza che sono avvenuti nella notte di martedì 20 febbraio a Ponte Felcino(CLICCA QUI) – prosegue la nota di FN- fatti che già il passare del tempo sembra far affiorare dei dubbi in riguardo a chi sono gli “aggrediti” e chi gli “aggressori”, Forza Nuova Perugia dichiara di esserne totalmente estranea. Forza Nuova diffida chiunque dall’asserire di fantasmagoriche correità del movimento nazionalpopolare con i fatti suddetti. Il movimento con Segretario Roberto Fiore promette e attuerà querele a chi accosterà il nome di Forza Nuova e dei suoi militanti e candidati ai fatti di Ponte Felcino.”

E fin qui nulla di nuovo rispetto ad una normale dialettica legata al ruolo di chi racconta i fatti, i giornalisti, e di chi agisce in campo politico. Ma poco dopo il tenore della nota stampa prende una piega decisamente minacciosa,

“L’attuale escalation di violenza, che già a Palermo si è riversata sull’esponente forzanovista Massimo Ursino (per la cronaca già condannato a due anni e mezzo per aggressione e rapina ai danni di alcuni extracomunitari, nonché denunciato dalla Digos per l’invio di alcuni pacchi con una bambola insanguinata all’interno sia all’agenzia Adnkronos e ad altri media siciliani ndr.), ha un solo nome: antifascismo. Un antifascismo che è germinato dal clima d’odio e mistificazione portato avanti in questi ultimi mesi da alte personalità istituzionali e del panorama politico, amplificato dal mainstream culturale, mediatico e giornalistico. Intimidazioni e violenze sono il risultato finale della campagna antifascista sbandierata da questi ‘campioni’ della democrazia.  A causa dei loro richiami al ‘pericolo fascista’, ai loro tentativi d’istituzione di leggi più repressive verso il così detto ‘ambiente neofascista’.”

La cosa prende una piega esplicita, a quanto è dato leggere, quando si affronta il tema dell’antifascismo, come se la parola in se rappresentasse per Forza Nuova solo un riferimento cronologico o storico preciso e non una azione continua di opposizione verso un metodo politico pratico e chiaro che non esclude forme di lotta violenta. Ma per non lasciare adito a dubbi sulla natura dell’azione forzanuovista la nota prosegue ancor più dettagliatamente con la spiegazione di chi è il vero responsabile del clima di tensione.

“Questi sono i frutti, questi sono i raccolti di una classe politica che per nascondere il fatto di non saper dire più nulla, tira fuori dalla “soffitta” l’antifascismo. Voi signori in giacca e cravatta dei grandi partiti progressisti, voi giornalisti politicamente corretti sempre pronti a redigere fiumi di parole contro i nazionalisti, siete i mandanti morali di tutta la violenza che sta nascendo. Un violenza che si presenta come pestaggi oggi, ma domani? Domani se voi continuerete con questa solerzia a puntare il dito nel nome dell’antifascismo verso i nazionalisti, cosa succederà signori del pensiero democratico? Gli anni ’70 e la loro violenza sono lontani, ma sono sempre dietro l’angolo e questa campagna d’odio antifascista – consapevolmente o meno – non può che contribuire a fare ritornare quel periodo di sangue. Se succederà di chi sarà la colpa di fronte la società e la storia? Come detto, di voi!”

E qui ci fermiamo perchè l’unico privilegio che abbiamo come giornalisti, seppure colpevoli per Forza Nuova di nefandezze inenarrabili, è proprio quello di poter decidere ancora cosa pubblicare e cosa no, strafalcione finale incluso. Il prosieguo del comunicato potrebbe essere solo riferibile alle autorità competenti perchè di fatto non fa altro che rendere esplicito il concetto di “periodo di sangue” già ricordato sopra.  E si badi bene non si tratta dello sproloquio di un solitario, di un camerata che sbaglia, ma di una tentativo ben chiaro di un movimento politico,  di far capire “l’aria che tira”. Del resto Ursino, il candidato pestato di Palermo, aveva anche lui usato un metodo indiscutibile con le redazioni siciliane a cui inviava le bambole insanguinate. Interrogato dalla Digos sul perchè aveva compiuto quel gesto la risposta fu che si trattava di un “gesto dimostrativo contro l’aborto“.

Per quanto riguarda il caso umbro, appare invece “curioso” il fatto che il vituperato “mainstream” culturale e mediatico di cui dovremmo far parte, sia necessario per far veicolare l’idea di lotta di Forza Nuova tanto da inviare una nota stampa. Finchè siamo alle comiche o agli annunci di guerra o di querela, non si  può che sorridere. Ma non siamo molto tranquilli di tutto il resto dello sproloquio su “aggressori” e “vittime” e francamente con quel linguaggio brandito come una clava, oggi ci sentiamo un pò meno sicuri. Forse è il caso che si rispolveri il termine “extraparlamentare”.

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