Una vasta operazione antidroga ha portato in carcere nelle scorse ore 5 persone e altre due sono finite con l’obbligo di firma nel territorio del Trasimeno. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo operativo di Città della Pieve (con la collaborazione dei colleghi di Castiglione del Lago, Magione e Passignano sul Trasimeno) e confermato nell’ordinanza emessa dal Gip, gli arrestati erano i pusher (di origine albanese e italiana) molto ben inseriti nella realtà dello spaccio nelle principali località lacustri che si consumava principalmente in prossimità di alcuni bar o “al domicilio” degli stessi acquirenti, in qualsiasi ora del giorno e della notte.
Ventitrè le persone denunciate a piede libero con l’accusa di spaccio in concorso anche se gli inquirenti proprio grazie a molti degli assuntori, che spesso diventavano venditori a loro volta di piccole quantità, hanno approfondito gli elementi indiziari in loro possesso.
In carcere sono finiti i pusher “punto di riferimento” per lo spaccio di cocaina, che cedendo lo stupefacente nelle forme più disparate e con modalità “originali” credevano di poter sfuggire a qualsiasi controllo. Dai numerosissimi acquirenti sentiti è emerso che i quantitativi di sostanza ceduta, nell’arco di 6 anni (l’operazione “racconta” un periodo che va dal 2009 al 2015), può essere quantificata in varie centinaia di grammi per ciascun acquirente: basti pensare che un assuntore, in circa 1 mese ha acquistato cocaina per un valore di 30 mila euro, mentre un altro, in circa un anno, ne ha acquistato almeno mezzo chilo. Da precisare che il prezzo di una dose oscillava tra i 60 e gli 80 euro.
Un soggetto è ancora latitante. Tutti gli arrestati sono stati, alla fine, dopo aver assolto tutte le formalità di rito, trasferiti al carcere di Capanne.