"Fabbrica Contemporanea" | Università con Cucinelli per "umanizzare il web" - Tuttoggi.info

“Fabbrica Contemporanea” | Università con Cucinelli per “umanizzare il web”

Alessia Chiriatti

“Fabbrica Contemporanea” | Università con Cucinelli per “umanizzare il web”

La strategia comune per un manifatturiero di qualità | E sui social network, "a tavola, mangiamo senza guardare il cellulare"
Mar, 06/06/2017 - 17:52

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Dalla “Fabbrica Intelligente” alla “Fabbrica Contemporanea“: un modello quello lanciato oggi in Confindustria a Perugia, per mettere al centro il ruolo della persona e umanizzare il web. Capofila del progetto è Brunello Cucinelli, l’imprenditore umbro del cachemire, illuminato e attento al tema del rispetto del lavoro. Accanto a lui, questa mattina c’erano Ernesto Cesaretti e Flavio Tonelli, professore del politecnico di Genova. Perché è proprio nel mondo delle università che il modello che Cucinelli prende vita e trova la sua ‘prototipazione’. Confindustria, dal canto suo, gli fa l’occhiolino e Cesaretti lo dice con chiarezza: “siamo attenti a questo modello, lo stiamo osservando“, anche nell’ottica della costituzione di un Digital Innovation Hub.

L’obiettivo è dunque quello di sviluppare e attuare una strategia basata sulla ricerca e sull’innovazione in grado di consolidare e incrementare i vantaggi competitivi nazionali e, allo stesso tempo, di indirizzare la trasformazione del settore manifatturiero italiano verso nuovi sistemi di prodotto, processi e tecnologie, coerentemente con le agende strategiche dell’Unione Europea per la ricerca e l’innovazione. Del cluster innovativo fanno parte MIT, Università Bocconi, Unipg e Istituto Italiano di Tecnologia.

Viene così declinata la filosofia e il paradigma di un’industria 4.0, per avvicinarsi con originalità alla digitalizzazione dei processi. “In fabbrica seguiamo il modello benedettino: alle 17.30 smettiamo di lavorare – ha detto Cucinelli – e cerchiamo anche di limitare l’uso delle email. Un giorno incontrai a San Francisco gli amministratori di Instagram e di Sales Force. Mi chiesero il mio parere sulla tecnologia e sulla qualità del lavoro ad oggi. Gli ho risposto che, dato che eravamo a cena, la prima cosa da fare era non guardare di continuo lo smartphone. Altrimenti poi, anche le loro mogli avrebbero smesso di essere felici”.

Ma non chiamatelo ‘software’. Perché non è quello che l’università si sta impegnando a creare, per gestire i processi produttivi, o più banalmente il lavoro, almeno per il momento, dei fornitori di Cucinelli (circa 300, è stato detto questa mattina), prima naturalmente di estendersi su larga scala. E’ una “linea“, attraverso la quale semplificare gli automatismi. “Tutto il resto, tutto ciò che è legato all’attività di qualità e del manifatturiero, non può essere sostituito dalla macchina”. Il progetto sembra dunque oltrepassare la dimensione economica, per creare tempo da donare alla creatività dei singoli.

Da una parte dunque c’è la tecnologia. Dall’altra invece la necessità di governare e se possibile domare internet e il mondo del web, per non esserne sopraffatti: perché “internet ha cambiato l’umanità“. Si punta dunque sulla smart factory, cercando di superare anche il modello tedesco. “Sul tavolo dei sindacati in Germania – è stato detto questa mattina – sono diverse le imprese che devono ora discutere proprio con l’umanizzazione del lavoro, con l’eccessiva digitalizzazione. Tra vent’anni avremo una forza lavoro di nativi digitali. Ma ora cosa facciamo? Licenziamo chi non sa usare gli strumenti?”.

I giovani del manifatturiero in Umbria – La fisionomia del progetto si diffonde su tutta la filiera umbra, ma vuole coinvolgere a cascata un arcipelago di altre imprese oltre confine. Prossimo passo sarà l’incontro con i “giovani manifatturieri del XXI Secolo” in programma il 9 giugno alle 16.00 al Teatro Cucinelli di Solomeo, “esteso a tutti coloro che credono nel manufatto, quindi anche a quei giovani che hanno in mente un progetto per avviare un’attività manifatturiera”. E nel chiamarli a sé Cucinelli è quasi profetico: “non è necessario quindi avere già un’impresa avviata, ma solo un’idea”.

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