È stata siglata questa mattina la convenzione di durata trentennale tra il Comune di Spoleto e la Scuola Edile di Perugia per il restauro e l'uso dell'ex eremo di Sant'Antonio, situato lungo il Monteluco. Un'antica struttura che fino agli anni '70 è stata utilizzata come complesso di case popolari e che ora è completamente abbandonata e necessita di essere messa in sicurezza.
“Abbiamo finalmente la possibilità di rifruire di un luogo importantissimo” ha sottolineato il vicesindaco Daniele Benedetti durante l'incontro che ha preceduto la pubblica firma della convenzione, che sulla carta prevede la concessione per 30 anni dell'eremo, ma che effettivamente scadrà al termine dei lavori che prenderanno il via nei prossimi giorni. L'ex eremo di Sant'Antonio tornerà dunque in gestione al Comune molto prima, anche se il tempo effettivo di ripristino del sito non è ancora stato stimato. “Dipende dal numero dei corsi di formazione e dai finanziamenti che otterremo per restaurare il complesso” hanno spiegato i vertici della scuola edile. Cosa avverrà poi, a restauro completato, dell'importante edificio che sorge tra le verdi pendici della piccola montagna spoletina non è dato di saperlo. Il sindaco Brunini non ha infatti voluto svelare quale sarà la destinazione finale dell'ex eremo, anche se appare certo che il recupero sarà completato dopo la fine del suo mandato.
Alla firma della convenzione hanno partecipato il Sindaco Massimo Brunini, il vice Daniele Benedetti, il Presidente della Scuola Edile Gianni Cruciani, il Direttore Fabio Cardarelli, il Vicepresidente Massimiliano Presciutti e il consigliere Sante Tulli.
Il complesso di Sant'Antonio è sottoposto, in qualità di importante bene artistico, ai vincoli dettati dal codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. La Scuola Edile di Perugia utilizzerà l'ex Eremo (il Comune di Spoleto ha già predisposto un progetto architettonico per la riqualificazione e la valorizzazione del complesso) non solo come “cantiere-scuola”, nel quale svolgere corsi di qualificazione e riqualificazione per addetti al restauro edile, ma anche collaborando ad arrestarne il progressivo deterioramento attivando le necessarie azioni di restauro. Nelle specifiche del contratto alla Scuola Edile è affidato il compito di custodire e conservare l'ex Eremo provvedendo alla manutenzione e alla ristrutturazione seguendo quanto indicato dal progetto architettonico predisposto dal Comune. All'interno vi si potranno svolgere sia attività pratiche di cantiere sia quelle didattiche d'aula nell'ambito dei corsi di formazione. La Scuola Edile di Perugia, amministrata pariteticamente dalle Organizzazioni sindacali degli imprenditori e dei lavoratori, è inserita nel circuito formativo nazionale Formedil e nella rete REFORME, a cui aderiscono i più importanti Centri di Formazione Professionale in edilizia europei. Gli interventi formativi sono finanziati con fondi pubblici nazionali e comunitari, oltre a quelli derivanti dal versamento dei contributi a carico delle imprese e dei lavoratori edili stabiliti dal contratto nazionale del lavoro.Il complesso di Sant'Antonio è costituito da una chiesa e da un eremo. Nel ‘400 era di proprietà della Famiglia Cecili. Poi fu abitato dai Frati Clareni e dagli Osservanti. Nel 1867 Vi si riunirono i Garibaldini di Mentana; tre anni dopo il complesso fu acquistato dalla Società Operaia che in seguito lo cedette di nuovo al Comune. Per lungo tempo è stato abitato dalle famiglie del territorio.
Tra queste anche quella del consigliere comunale dei Socialisti Riformisti Enzo Alleori, che stamattina ha assistito alla firma della convenzione. Un momento importante per il capogruppo dello Sdi, che è nato in quella struttura e che ricorda la vita all'interno. “Oggi per me è un giorno felice” ha affermato pubblicamente Alleori, chiamato ad intervenire dal sindaco Brunini, che ha appunto ricordato ai presenti il precedente uso della struttura. “Negli anni '50 – racconta il capogruppo Sdi – diverse erano le famiglie che abitavano nel complesso oltre alla mia: i Camuzzi, i Casali ed anche i Maiocchi, compreso il noto Cesarino”. Tutte famiglie molto unite tra loro che vivevano nel prestigioso complesso, attualmente ridotto a poco più che un rudere. TO® è in grado di mostrarvi (nella photogallery) le foto delle condizioni attuali dell'ex eremo di Sant'Antonio.
(sa. fra.)