(Fr. DeA.)- Massimo D'Alema e Paolo Scaroni sono stati tra i partecipanti di un dibattito che ha tenuto banco nelle sala dei Notari di Palazzo dei Priori a Perugia stamattina sulle energie rinnovabili, che ha visto confrontarsi la politica italiana ed europea con le prospettive di un futuro senza energia da fonti fossili, come il petrolio o il carbone.
L'incontro ha concluso la tre giorni “energie positive”, voluta e organizzata dalla fondazione Italianieuropei di D'Alema, come occasione di confronto tra esperti e protagonisti del settore sulla green economy e sulle prospettive energetiche che ci dobbiamo aspettare per i prossimi anni, in Italia e in Europa. Nel fitto programma del weekend si è parlato di efficienza energetica, di possibili sviluppi del sistema produttivo dell'energia, della prospettiva del ritorno al nucleare in Italia, fino ad approdare oggi alle attuali politiche comunitarie sull'energia.
“Lo sviluppo delle energie alternative nel nostro paese è stato molto lento all'inzio”, ha detto D'Alema nel suo intervento, tentando di far emergere la propria voce sul forte rumore che arrivava in sala dalla vicina piazza IV Novembre, dov'era in corso una celebrazione delle forze armate. “Ma non si può sottovalutare la forte crescita di oggi, che denota un vero e proprio cambio culturale, con una crescente sensibilità delle persone”.
Tra gli interventi, ha però dato un po' la misura di quella che è la concreta situazione del settore Paolo Scaroni, tra i protagonisti, in quanto amministratore delegato di Eni, dell'attuale sistema di produzione energetica italiano. Scaroni ha infatti presentato, per dirla con le parole di D'Alema, i “legittimi interessi della sua azienda”, che attualmente produce la stragrande maggioranza dell'energia tramite fonti fossili, e che ovviamente ha un peso non di poco conto su qualsiasi decisione nazionale di politica energetica.
“Sono per l'energia alternativa, ma per l'energia alternativa del futuro”, ha commentato l'ad di Eni. Secondo Scaroni, la stessa Eni è protagonista della ricerca nel settore delle energie rinnovabili, di cui “il solare è senz'altro la fonte principe”. I problemi però, secondo il manager, sono da una parte l'impossibilità delle attuali fonti rinnovabili di coprire adeguatamente il fabbisogno energetico nazionale, dall'altra i costi e l'elevato impatto che l'attuale tecnologia fotovoltaica a silicio comporta.
Il manager ha dunque detto che nell'attuale prospettiva in Italia sarebbe opportuno concentrarsi su rimedi più immediati, come il risparmio energetico, l'efficienza, ma anche il passaggio della produzione di energia dal carbone al meno inquinante gas, in attesa di un più efficace sistema di produzione da rinnovabili.