Un documento dell’Autorità elettorale permanente della Romania non tradotto fa “saltare” una candidata della lista del Partito democratico di Spoleto, collegata al candidato sindaco Camilla Laureti.
Mariana Ramona Mihai è stata esclusa dalla commissione elettorale circondariale di Spoleto, che il 13 maggio scorso aveva deliberato di cancellarla per un documento mancante. Documento che in realtà l’aspirante candidata poi esclusa aveva presentato, non però in originale ma l’allegato via mail. L’originale comunque era stato portato in Comune il giorno dopo la scadenza della presentazione delle liste. Non è però questo il problema in realtà: il documento in questione, rilasciato dalla “Autoritatea Electorala Permanenta” della Romania, infatti, non è valido perché non corredato di traduzione giurata.
Lo ha chiarito il Tar dell’Umbria, davanti al quale la donna – rumena residente a Spoleto da 16 anni – ha presentato ricorso, affiancata da uno dei due delegati della lista, Giorgio Dionisi, assistiti dall’avvocato Mario Settimi. I giudici, però, hanno confermato la decisione della Commissione elettorale circondariale.
Oggetto del contendere il documento dell’autorità elettorale permanente romena attestante il requisito di eleggibilità della Mihai. In realtà, si apprende dal ricorso “in data 13 maggio 2018 l’odierna ricorrente ha presentato la dichiarazione di accettazione della propria candidatura corredandola oltre che del passaporto e della carta di identità rilasciata dal Comune di Spoleto, dell’attestazione prot. n. 3969 del 2 aprile 2018 rilasciata da “Autoritatea Electorata Permanenta” circa il possesso del requisito di eleggibilità e della email con la quale la predetta autorità aveva trasmesso in allegato detto documento scansionato alla ricorrente“.
Per potersi candidare, infatti, i cittadini stranieri devono presentare un apposito attestato, in data non anteriore ai tre mesi, rilasciato dall’autorità amministrativa competente dello stato membro di origine, dal quale risulti che non è decaduta dal diritto di eleggibilità. Ma il documento originale, ovviamente, è in lingua straniera e per essere considerato valido doveva essere presentata anche una traduzione. Scrivono quindi i giudici: “Giova evidenziare poi – diversamente da quanto sostenuto dalla ricorrente – come in occasione delle elezioni del 2014 la sig.ra Mihai aveva invece effettivamente allegato all’attestazione una traduzione giurata in lingua italiana, secondo la documentazione depositata dalla difesa erariale“. La donna, infatti, si era già candidata alle elezioni amministrative quattro anni fa nella lista PrimaSpoletoSì, a sostegno dell’allora candidato del centrosinistra. Questa volta, invece, non potrà farlo.