Neanche il tempo di consentire al Capo dello Stato di sciogliere le Camere (atto che formalizzerà fra poco più di due ore) che già si parla di liste, listoni e candidature. A preoccupare di più, tanto il centro destra che il centro sinistra, è proprio la possibilità che i partiti impongano anche stavolta i propri candidati. I primi avvertimenti a fare le cose per bene sono già partiti. In Umbria si è distinto l’anneista spoletino Giampiero Panfili, vicepresidente del consiglio provinciale. Ieri pomeriggio negli ambienti di Piazza Italia commentava che stavolta Fini dovrà fare le cose per bene e rispettare l’elettorato. “Se siamo veramente democratici – ha confidato Panfili –, se il nostro Partito non vuol perdere terreno con i propri iscritti e simpatizzanti, dobbiamo lasciare la decisione alla base. Non v’è altra soluzione. Dunque ci vogliono le primarie”.
Una provocazione o qualcosa di più? Difficile saperlo. Nate in Pennsilvanya il 9 settembre 1842, in Italia sono state recepite solo ben 163 anni più tardi, quando il centrosinistra diede vita a L’Unione. Il centrodestra ha accarezzato l’idea in più occasioni ma alla fine non se ne è mai fatto nulla. Possibile mai che Panfili possa far decollare proprio dall’Umbria il primo esperimento di primarie per la Cdl?
(C.C.)