EDUCAZIONE ALIMENTARE: LA DESTRA PROPONE UN TESTO DI LEGGE IN REGIONE - Tuttoggi.info

EDUCAZIONE ALIMENTARE: LA DESTRA PROPONE UN TESTO DI LEGGE IN REGIONE

Redazione

EDUCAZIONE ALIMENTARE: LA DESTRA PROPONE UN TESTO DI LEGGE IN REGIONE

Gio, 19/02/2009 - 09:39

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“Uno dei prossimi atti legislativi che andrò a produrre ha per oggetto l'educazione alimentare e la sicurezza dei prodotti, perché di concerto con il nostro movimento giovanile, stiamo studiando i mezzi più adatti per introdurre questi argomenti anche nelle scuole”. Lo annuncia il capogruppo regionale de La Destra, Aldo Tracchegiani, evidenziando che “la salute delle generazioni future deve essere una priorità per il legislatore e per fare questo non si può prescindere da una sana educazione alla salute. In questo contesto l'educazione alimentare rappresenta un tassello di fondamentale importanza nel panorama attuale, poiché non possiamo rimanere immobili di fronte alla cultura alimentare del fast food di matrice americana o dello squilibrio provocato da modelli di vita frenetici e diseducativi per i giovani. Ci troviamo in una società nella quale i ritmi di vita e di lavoro sono sempre più pressanti e viene richiesto a tutti uno sforzo fisico e mentale non indifferente: proprio per questo una giusta alimentazione deve costituire la base per la sanità del nostro popolo”.Aldo Tracchegiani osserva che “ai bambini deve essere insegnata la cultura della corretta alimentazione, che non è quella basata esclusivamente su panini, hot dog, merendine, pizza e gelati, bensì prevede una dose quotidiana di proteine, carboidrati e grassi proporzionata al fisico e allo stile di vita. Noi siamo il popolo che della buona cucina ha fatto un marchio a livello internazionale, così come della sanità e della qualità dei suoi prodotti: tutto questo deve essere insegnato ai bambini delle scuole elementari e medie, ma non in maniera superficiale. Pane, pasta, cibi proteici, frutta, verdura, latticini: questi sono gli alimenti che dovrebbero fare da padroni sulle nostre tavole ed essere privilegiati anche come spuntini o ingredienti per le consumazioni rapide durante la propria giornata lavorativa”. Il consigliere regionale “plaude a quegli istituti che hanno introdotto in via sperimentale questi corsi, che devono avere la dignità di una materia, con tanto di voto che, nell'impossibilità di essere attualmente parificato a quello delle altre materie, può andare ad aumentare o abbassare altri profili, come quello della condotta o garantire altresì qualche vantaggio all'alunno meritevole. Notevoli sono i danni prodotti dall'obesità e il costo di questo problema per lo Stato, mentre non si è fatto abbastanza per porre un argine a questa degenerazione. I bambini devono conoscere quali rischi di corrono con un'alimentazione scorretta sia per il futuro ma anche per l'immediato, per il loro sviluppo psichico e fisico. Non dobbiamo limitarci a parlare solo degli effetti negativi di droghe e spinelli, bensì anche di un consumo eccessivo di grassi, calorie, discontinuità nei pasti, assenza o abuso di alcuni nutrienti. Bisogna insegnare ai nostri figli la giusta misura nel cibo come nelle altre situazioni della vita: tutto ciò accade normalmente tra le mura domestiche ma, in mancanza di tale condizione, tutt'altro che scontata, lo Stato deve supplire con una funzione pedagogica fondamentale. La gioventù di oggi – conclude Tracchegiani – sta presentando tutte le caratteristiche di una generazione figlia del benessere e di un consumismo che, anche nel settore alimentare, produce effetti negativi: sempre più spesso si sostituiscono le proteine di carne, pesce, uova e formaggi con grassi e carboidrati di prodotti industriali, che depotenziano il fisico e riducono il potenziale massimo di sviluppo dei muscoli e rallentano il metabolismo, producendo tutte quelle patologie tipiche della cosiddetta 'società del benessere', tra cui cellulite, alta percentuale di grasso corporeo, scarsa resistenza fisica, resistenza all'insulina e altro ancora. Non era così anche quaranta o cinquant'anni fa. Per affrontare tutto questo con cognizione di causa da parte dello stesso alunno, che può trasferire in famiglia le conoscenza acquisite, bisogna agire alla radice del problema, presentando un approccio alla materia serio, continuo ed approfondito in primo luogo dall'istituzione scolastica. Auspico che le iniziative in questo senso si allarghino e si sottolinei l'importanza di questa battaglia per il futuro dei nostri figli, la cui completezza di esseri umani inizia dai primi anni di vita e la cui cura e rispetto è un dovere per una società che non perda del tutto quei valori di comunità nazionale”.


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