E così alla fine Don Gelmini è stato rinviato a giudizio per i presunti 10 episodi di abusi sessuali ai danni di alcuni ragazzi della sua Comunità Incontro.
Il magistrato di Terni, Barbara Mazzullo ha inoltre chiesto di processare due collaboratori e la madre di uno degli accusatori del sacerdote indagati, a vario titolo, per avere cercato di intralciare l'indagine condotta dalla Squadra mobile della Questura ternana. L'istanza del pm è stata depositata ieri alla Cancelleria del gip. Non ancora fissata la data dell'udienza preliminare, che potrebbe comunque svolgersi entro la prossima primavera. La richiesta di rinvio a giudizio ricalca sostanzialmente l'avviso di conclusione indagini inviato a don Gelmini e agli altri indagati il 27 dicembre scorso. Tra le fonti di prova il magistrato ha indicato le dichiarazioni di vari testimoni, ritenuti attendibili, e diverse intercettazioni telefoniche. Non si può dire che sia stata un inchiesta facile quella su Don Gelmini. Lo avvalora anche lo stesso magistrato Il pubblico ministero non è voluta entrare nel merito dell'indagine avviata nel dicembre 2005. “Credo fermamente nel processo accusatorio – ha sottolineato la Mazzullo – nel quale la prova si forma in dibattimento”. Il magistrato ha infine evidenziato che “il processo mira ad accertare responsabilità penali individuali” lasciando così capire che l'inchiesta appena conclusa ha riguardato solo i presunti abusi contestati a don Gelmini e non è stata un'indagine sulla Comunità.
Per contro l'Avvocato Frezza del collegio difensivo, insieme all'Avvocato Morcella, di Don Gelmini, si dice fermamente convinto della piena innocenza del suo assistito, citando anche un episodio di quelli contestati in cui il sacerdote ultra ottantenne, piccolo di corporatura e con problemi cardiaci , avrebbe approfittato di un giovanotto di circa 80 chili ” sacaraventandolo sul letto..”. Deposizioni che l'avvocato definisce,” assurde ed inverosimili” e che la difesa è pronta a smontare in dibattimento davanti al Gup.
Al momento l'ex sacerdote, che ha chiesto al Vaticano- che ha accettato- la riduzione allo stato laicale( non può dire messa nè dare i sacramenti ), si trova ad Amelia a Molino Silla proseguendo il suo lavoro quotidiano per la Comunità in attesa di potersi difendere.