Disfatta Pd ai ballottaggi, Marco Vinicio Guasticchi: "La gente è arrabbiata e vuole fatti concreti: Pd catalizzatore per la rabbia" - Tuttoggi.info

Disfatta Pd ai ballottaggi, Marco Vinicio Guasticchi: “La gente è arrabbiata e vuole fatti concreti: Pd catalizzatore per la rabbia”

Flavia Pagliochini

Disfatta Pd ai ballottaggi, Marco Vinicio Guasticchi: “La gente è arrabbiata e vuole fatti concreti: Pd catalizzatore per la rabbia”

Intervistato da Corso Vannucci, il vicepresidente del consiglio regionale non salva nessuno: "Si pensa ancora che esista il PCI e che non bisogna mediare. È un problema che nasce da lontano, non c'è una linea a livello locale e nazionale"
Lun, 25/06/2018 - 16:30

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L’Umbria non è più una regione “rossa”, forse qua e là rosa, ma in generale il verde leghista (o comunque il verde-azzurro di coalizione) domina ovunque. A bocciare il Pd (a tutti i livelli, incluso il nazionale) è il battitore libero Marco Vinicio Guasticchi: ex presidente del consiglio comunale di Perugia (in cui ha ricoperto anche la carica di assessore al bilancio), ex presidente della Provincia di Perugia dal 2009 al 2014 e oggi consigliere regionale e vicepresidente del consiglio regionale, Guasticchi, anche ex membro della direzione nazionale PD fino al 2017, da un lato riconosce che i ballottaggi penalizzano il Pd, ma dall’altro sottolinea che il partito dovrebbe riconoscere le sue colpe.

“Il risultato (dei ballottaggi, ndr) è molto brutto – spiega a Corso Vannucci, la trasmissione di Retesole ideata da Pasquale Punzi – inutile cercare di trovare il positivo dove non c’è. Il ballottaggio penalizza fortemente il Pd, tutti si coalizzano contro il Pd, però bisognerebbe ricercare anche le motivazioni del perché questo partito sta diventando il polo catalizzatore di tutta la rabbia della nostra comunità, a livello regionale e nazionale”.

Fatta questa premessa, l’ex presidente della Provincia non assolve il gruppo dirigente: “I nostri dirigenti – spiega – sono persi, arroccati, spariscono, non c’è una linea né una guida, a livello nazionale e tantomeno regionale. Non c’è il segretario regionale del Pd e nessuno è preoccupato di dare una governance a livello regionale, nonostante ci siano state le amministrative. A livello provinciale il Pd è inesistente, si continua su Perugia, capoluogo di regione, aragionare come se fossimo vincenti e governassimo la città. Vedo uno sfasamento pericolosissimo. Temo che questa esperienza sia arrivata al capolinea, anche perché oggi c’è una forte esigenza di rappresentatività in forme associative, in forme che finora abbiamo snobbato. Dove si è vinto, si è vinto con liste personalizzate e legate ad associazioni”.

Pasquale Punzi

Marco Vinicio Guasticchi…”Temo che questa esperienza sia arrivata al capolinea”

Particolarmente drammatica la sconfitta di Umbertide, “patria” di Guasticchi: “Una sconfitta drammatica – sostiene il consigliere regionale – si è continuato a muoversi secondo un modello tradizionale pensando che i cittadini fossero rimasti legati ai simboli e invece ci sono vulnus gravi: dalla caduta anticipata della giunta alla moschea, passando per i territori abbandonati per mancanza di risorse. Se queste situazioni non sono ben comunicate, creano degli sconquassi sociali: qualcuno ha catalizzato la rabbia degli umbertidesi nei confronti del partito, del candidato e di qualche esponte regionale. Questa è la vera sconfitta e non è più possibile andare avanti come se non fosse successo niente. La gente è arrabbiata, pensavamo che il simbolo potesse supplire alla mancanza di idee e oggi ci ritroviamo colpiti in maniera pesante e inconsapevoli di dover trovare una soluzione”.

Per Guasticchi, a livello locale e regionale, “deve venir fuori qualcuno che è in grado di capire che serve un modello nuovo, si cerca invece di sfuggire la realtà pensando e sperando che domani andrà meno peggio di oggi”, detto che la crisi non nasce oggi, ma risale al giugno 2014: “Sin da quando si perse Perugia – argomenta l’ex presidente della Provincia – si pensò che non fosse colpa dei dirigenti e degli amministratori, ma del popolo che non capisce. Con questa logica si sparisce. Mi auguro che ci sia un colpo di reni e che si capisca che il problema non è tra sinistra e destra, ma è tra chi crede all’Europa e chi crede che questo modello vada scardinato”.

Per Guasticchi, insomma, “serve una generazione nuova di idee, si continua a ragionare come se ci fosse il PCI, con una maggioranza bulgara e senza bisogno di mediare, ma oggi il passaggio amministrativo non è una passeggiata, la gente vuole qualcosa di concreto che noi non siamo in grado di dare. Va fatta autocritica, e bisogna dire ai nostri dirigenti romani che bisogna muoversi , perché il tempo non gioca a favore del Pd né di quell’area che ritengo sia totalmente scoperta, a livello nazionale e in Umbria”.


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