“Dalle radici ai nostri giorni – Storia di un coltivatore diretto”, pubblicata l’autobiografia di Aleandro Piccioni - photo TO - Tuttoggi.info

“Dalle radici ai nostri giorni – Storia di un coltivatore diretto”, pubblicata l’autobiografia di Aleandro Piccioni – photo TO

Redazione

“Dalle radici ai nostri giorni – Storia di un coltivatore diretto”, pubblicata l’autobiografia di Aleandro Piccioni – photo TO

Gio, 21/06/2012 - 17:07

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di Pietro Manna

Quando un mio caro amico, che preferisce rimanere anonimo, mi ha chiamato per presentarmi un imprenditore locale che raggiunta “inaspettatamente” la pensione aveva voluto raccogliere le esperienze di una vita in un libro, mai avrei pensato di ritrovarmi a pranzo con Aleandro Piccioni, che per molti in città, me incluso, è una “figura mitologica” per il modo degno ed “originale” con cui si è guadagnato da vivere.

In realtà già conoscevo Aleandro, sia per aver usufruito dei suoi servizi, sia per la sua imponente collezione di oggetti d’epoca che lo hanno visto coinvolto a vario titolo in svariate manifestazioni a cui ho partecipato per lavoro, o svolto un qualche ruolo.

Tutte le volte però, non c’era mai stata l’opportunità di parlare con la dovuta tranquillità e mai avrei pensato di trovare riassunte in un libro tutte le risposte alle mie curiosità sul personaggio, sulle sue attività e sul senso della sua collezione.

Ebbene, al di là della narrazione del libro- lo giudicheranno i critici di mestiere- quello che mi ha colpito è il messaggio che il Piccioni vuole trasmettere e ancor più la sua esigenza di farlo ed il modo particolare con cui vi è riuscito.

Infatti l’amara quanto attuale considerazione a cui l’imprenditore è arrivato al termine di una vita di sacrifici è che la società di una volta ( 40-50 anni fa) dava pochissimo in termini di agiatezza, e solo per questo tutto veniva apprezzato molto di più. Per contro, dava tantissimo in termini di prospettive, per cui chi aveva le idee giuste e la voglia di “faticare” poteva trasformare una esigenza o addirittura un problema in una opportunità di sviluppo. La società attuale offre invece tutto il benessere possibile, ma non dà più gli stimoli per migliorarsi e per progredire.

Da qui il disagio delle giovani generazioni , che hanno i mezzi e capacità, ma ai quali manca uno scopo e una idea da perseguire: il disagio moderno è una questione mentale, nasce dalla mancanza di obiettivi e si traduce in un progressivo e preoccupante rilassamento.

Proprio quindi per ossequiare la sua era, quella dello sviluppo e del progresso, quella in cui “ci si alzava la mattina presto e si faticava tutto il giorno per poter centrare un ben preciso obiettivo” , Aleandro Piccioni ha dedicato le sue forze, fisiche ed economiche, alla raccolta di quanti più oggetti possibili. Oggetti che meglio hanno rappresentato quel periodo, con particolare riferimento a quella che è stata la principale occupazione della sua famiglia, da sempre impegnata nel settore agricolo e in cui il nonno Alessandro si è distinto per intuizione ed innovazione.

Da qui la ricerca in tutti i mercati d’Italia di mezzi agricoli, sopratutto trattori, e mezzi di trasporto, le amate motociclette, che sono stati il frutto di quella ingegnosità italica che ha visto in quegli anni sfornare da parte di fiorenti aziende meccaniche prodotti dai forti contenuti tecnologici. Per chi li ha utilizzati, vissuti, adattati e modificati alla proprie esigenze (quando si poteva fare)invece, questi mezzi sono stati i compagni della scalata al progresso dettata, come ricordato, da una idea o da una intuizione.

Un libro singolare, non in vendita, ma, coerentemente con lo spirito con cui è stato scritto, dato in regalo a chi, secondo il Piccioni, è in grado di recepirne il significato ed in cui viene offerta una ricetta semplice: ubriacati di benessere siamo andati troppo oltre e abbiamo confuso lo scopo con i mezzi. Basta sapersi fermare, guardare un po’ indietro e recuperare la saggezza dei nonni per ricollocare ogni cosa al suo giusto posto e ritrovare così gli stimoli per migliorarci.

E’ questo il messaggio che Aleandro Piccioni ha imparato dal nonno Alessandro e che ha voluto trasmettere prima al figlio Marco con l’educazione e l’esempio e ora a tutti quanti avranno la voglia di farsi regalare una copia del libro. Chiedete ad Aleandro!

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