Tredici gioielli del patrimonio culturale italiano, attualmente chiusi o poco valorizzanti, potranno essere gestiti da associazioni no profit. E’ questa l’idea del bando pubblicato dal Mibact per la concessione in uso ai privati no profit di beni immobili del demanio culturale dello Stato sparsi in sette regioni non aperti al pubblico o non adeguatamente valorizzati. Dal Castello di Canossa alla Certosa di Trisulti passando per Villa Colle del Cardinale. In pratica, il Ministero mette a disposizione con canoni d’affitto poco più che simbolici, ville d’epoca e palazzi storici ad associazioni che vogliano valorizzare gli immobili a fini culturali e turistici. Le associazioni no profit potranno partecipare con una procedura chiara e trasparente alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale, un strumento che consentirà partire dal basso nell’adempimento dell’articolo 9 della Costituzione. Pubblico e privato sociale perseguono, quindi, lo stesso obiettivo a favore del patrimonio culturale, a tutto vantaggio dell’intero sistema paese.
Ma quali sono i 13 beni messi a bando? Partendo dall’Umbria, i gioielli sono due: Villa del Colle del Cardinale a Perugia (14.100 euro) e Castello Bufalini a San Giustino di Perugia (12.180 euro). Nelle altre regione d’Italia, invece, il bando comprende anche la chiesa di San Pietro ad Oratorium – Capestrano (AQ) (canone annuale 595,30 euro), chiesa di San Barbaziano – Bologna(44030 euro), il castello di Canossa e Museo nazionale “Naborre Campanini”, (RE) (760 euro), Villa Giustiniani- Bassano Romano (VT) (18.920 euro), la Certosa di Trisulti – Collepardo (FR), Abbazia di Santa Maria di Vezzolano – Albugnano (AT) (9100 euro), Castello di Moncalieri – Moncalieri (TO) (12.335 euro), l’Abbazia di Soffena – Castelfranco di Sopra (AR) (1271 euro), l’eremo di San Leonardo al Lago – Monteriggioni (SI) (1215 euro), Villa Brandi a Vignano (SI) (4059 euro) e Villa del Bene a Dolce’ (VR) (4713 euro).
Villa Colle del Cardinale. E’ la più nota delle ville umbre, detta del Cardinale, dal suo primo proprietario, si eleva imponente sul poggio dominante la stretta valle del torrente Caina, ai piedi del versante occidentale del monte Tezio, vicino a Perugia. Il complesso domina la campagna dall’alto di un terrazzamento e occupa l’intero colle del Cardinale, di probabile connotazione archeologica, ricco di acque, di condotti segreti, alto sulla valle che portava sulle vie del mare, verso i domini dei Vitelli e dei Montefeltro. Committente dei lavori di costruzione di quella che nasce come residenza estiva di grande magnificenza, rispondente al concetto rinascimentale di “luogo di delizie”, intorno al 1575, fu il cardinale Fulvio della Corgna, che con molta probabilità si rivolse all’architetto Galeazzo Alessi, progettista favorito dalla potente famiglia. Il nipote del cardinale, Diomede della Penna, da lui adottato, ereditò la residenza prima che la famiglia si estinguesse e che la villa fosse venduta nel 1644 agli Oddi, diventati Oddi Baglioni i quali, nella seconda metà dell’Ottocento, ne fecero un importante salotto culturale che rimarrà tale anche con le successive famiglie Cesaroni e Parodi. Il palazzo appare come un blocco compatto nella sua pianta rettangolare, poggiato su un terrazzamento con grandi locali interrati attraversati dalla galleria per l’accesso delle carrozze. L’importanza della facciata principale è sottolineata dal portone d’ingresso ad arco bugnato con scalinata, sovrastato dal balcone del salone d’onore su cui si apre un finestrone più alto e rientrante rispetto alle altre finestre. All’interno la villa si articola nel sontuoso scalone d’onore, nel salone centrale con soffitto ligneo a cassettoni riccamente ornato e pareti riccamente decorate. Gli affreschi della villa sono stati firmati , nel 1581 da Salvio Savini, pittore preferito dai della Corgna. Ulteriori decorazioni sono del Leopardi e del Labruzzi. Il complesso si avvale di diversi annessi quale la casa del custode, del giardiniere, la limonaia, la serra delle orchidee, i quattro casini. All’estremità meridionale del complesso sorge il borgo, un tempo di servizio alla villa. L’area verde è organizzata attorno al lungo viale d’accesso che risale la collina. L’impianto è cinquecentesco e ha subito notevoli trasformazioni nel Seicento e Settecento, ragion per cui attualmente l’impronta visibile è quella barocca. A sinistra della villa è il giardino d’inverno su tre livelli raccordati da scale, mentre a destra si sviluppa il parco all’inglese, modificato nella seconda metà dell’Ottocento (ingresso principale, piazza grande con la fontana dell’Airone, lago con le isole) e arricchito di nuove piante. La villa è di proprietà del ministero per i Beni Culturali dal 1996 e con la limonaia viene utilizzata per convegni ed eventi.
Castello Bufalini di San Giustino nasce come fortezza militare alla fine del XV. Nella prima metà del Cinquecento subisce una prima trasformazione in palazzo signorile fortificato, con ampie logge di gusto tardo rinascimentale. L’ampio parco circostante è costituito da un giardino “all’italiana” al quale si affiancano limonaie, giochi di fontane e un labirinto impiantato nel 1692. Il visitatore ha la possibilità di godere di un ambiente conservato in tutte le sue componenti, architettoniche, storico-artistiche, negli arredi, nelle suppellettili e perfino nell’archivio familiare, che fanno del palazzo un raro esempio di nobile dimora. Recentemente riaperto al pubblico, il Castello afferisce al ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Polo museale dell’Umbria.