Corruzione grandi opere, 2 umbri ai domiciliari | Commissioni 'sospette' per 324milioni - Tuttoggi.info

Corruzione grandi opere, 2 umbri ai domiciliari | Commissioni ‘sospette’ per 324milioni

Sara Fratepietro

Corruzione grandi opere, 2 umbri ai domiciliari | Commissioni ‘sospette’ per 324milioni

Si tratta del costruttore Francesco Ceprini e di sua nipote | Doppia indagine per corruzione a Roma e Genova | Il video del passaggio di denaro
Mer, 26/10/2016 - 16:37

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Sono due gli umbri arrestati (e sottoposti ai domiciliari) nell’ambito della doppia indagine per corruzione in grandi opere che ha interessato numerose regioni italiane sin dalle prime ore di questa mattina. Si tratta di Francesco Ceprini, noto imprenditore di Orvieto a capo della Ceprini Costruzioni (società molto impegnata nei cantieri ferroviari), e di sua nipote Lucia Ceprini.

I due orvietani sono finiti al centro dell’operazione “Amalgama”, che ha portato all’esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare (11 in carcere e 9 ai domiciliari) e di un’ordinanza che prevede la misura dell’obbligo di dimora e di firma.  Alle 21 persone coinvolte nell’ambito dell’indagine coordinata dalla Procura di Roma (ma ci sarebbero numerose altre persone indagate a piede libero) e delegata ai carabinieri del Comando provinciale capitolino si aggiungono quelle al centro di un’inchiesta parallela, denominata “Arka di Noè”, condotta dalla Guardia di finanza di Genova con il coordinamento della Procura genovese. Il fascicolo, che prende le mosse da quello romano, ha visto iscritte nel registro degli indagati 14 persone. In parte si tratterebbe delle stesse coinvolte nella prima inchiesta, al centro quindi di due distinte ordinanze.

In entrambi i casi le ipotesi sono quelle che ruotano attorno alla corruzione nell’ambito di appalti per grandi opere come la linea ferroviaria ad alta velocità Milano – Genova, l’autostrada A3 ma anche il “Pisa Mover”, il sistema di collegamento tra la stazione e l’aeroporto toscano.

L’inchiesta della Procura di Roma

Alle 21 persone oggetto dell’ordinanza di misure cautelari firmata dal gip del Tribunale di Roma vengono contestate, a vario titolo, i delitti di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (artt. 110, 319 e 321 c.p.) e tentata estorsione (artt. 56, 110 e 629 c.p.).

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, concretizzatisi in intercettazioni telefoniche, ambientali e di comunicazioni informatiche, nonché attività dinamiche ed analisi documentale, ha riguardato un’associazione per delinquere finalizzata al compimento di condotte corruttive per l’ottenimento di contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione delle seguenti opere pubbliche:

  • tratta TAV “A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi” (Alta Velocita Milano-Genova) la cui costruzione è affidata da R.F.I. al General Contractor COCIV;
  • 6° Macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria la cui costruzione è affidata al General Contractor REGGIO CALABRIA – SCILLA s.c.p.a. ;
  • People Mover di Pisa affidato dal concedente “Comune di Pisa” e committente “Pisamo – Azienda per la mobilità S.p.A.” al concessionario “Pisamover S.p.A.”.

L’indagine del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma, avviata a febbraio 2015, ricostruisce le presunte condotte illecite del gruppo costituito, organizzato e promosso da colui che – fino al dicembre 2015 – era il direttore dei lavori nell’ambito delle tre citate opere pubbliche – e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese operante nel ramo delle costruzioni stradali, che si avvale del contributo di altre 9 persone, tra cui anche alcuni funzionari del consorzio Cociv. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, il direttore dei lavori, nell’ambito delle tre grandi opere citate, avrebbe “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso ed all’imprenditore calabrese. Inoltre, secondo le accuse, ci sarebbero stati rapporti corruttivi intrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche.I rappresentanti dei contraenti generali Cociv e Reggio Calabria – Scilla s.c.p.a., nonché del concessionario Pisamover S.p.a. da un lato avrebbero coperto gli accordi illeciti realizzati dal direttore dei lavori con le imprese sub-affidatarie dei lavori e, dall’altro, promesso allo stesso utilità, sotto forma di commesse in favore di società riferibili a lui ed al suo socio calabrese, quale contropartita per la sua disponibilità ad adottare provvedimenti favorevoli ai General Contractors/Concessionari da loro stessi amministrati.

Il modus operandi del sodalizio

In una prima fase, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il direttore dei lavori, mettendo a disposizione dei General Contractors e dei subappaltatori la propria qualifica di pubblico ufficiale, avrebbe ricevuto utilità sotto forma di importanti commesse e/o promesse di commesse in favore di società riconducibili al proprietario ed amministratore (anche lui destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere) di Sintel Engineering Srl,, società per conto della quale svolgeva le funzioni di direttore dei lavori.  Successivamente, il direttore dei lavori avrebbe deciso di praticare in proprio il sistema, ormai collaudato, per favorire le società a lui direttamente riconducibili anziché quelle del suo capo. Ulteriori risultanze investigative attestano che i promotori del sodalizio avrebbero già esteso le loro attività criminali – facendo ricorso al medesimo modus operandi – alla realizzazione di altre opere pubbliche, quali la Stazione per l’Alta Velocità di Firenze ed alcuni lavori stradali nel Comune di Asti.

Il sodalizio capeggiato dal direttore dei lavori e dal suo socio imprenditore calabrese sarebbe riuscito, quindi, ad ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti – tra consulenze, commesse e forniture – per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili, quale frutto delle operazioni corruttive, con la complicità dei funzionari e dirigenti del General Contractor Cociv.

L’inchiesta della Procura di Genova

Sono accusati invece di corruzione, concussione e turbativa d’asta i destinatari di 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Genova ed eseguite dalla Guardia di finanza del capoluogo ligure. Al centro dell’inchiesta ci sono alcuni imprenditori e dirigenti di un consorzio – General Contractor – che sta realizzando una linea ferroviaria ad alta velocità di importanza strategica per il Paese. Vale a dire la Milano – Genova – Terzo Valico Ferroviario dei Giovi.

Le indagini svolte dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Genova e coordinate dalla Procura della Repubblica del Capoluogo Ligure hanno consentito di appurare episodi di corruzione, concussione e di turbativa d’asta perpetrati dagli indagati, nei vari ruoli dagli stessi ricoperti negli anni, in relazione all’aggiudicazione di commesse per un valore complessivo di oltre 324 milioni di Euro.

Nell’ambito delle attività è emersa una convergenza investigativa con i carabinieri del Comando Provinciale di Roma, delegati dall’autorità giudiziaria della capitale, con i quali si è svolta una costante collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario.

In particolare, dall’attività investigativa è emerso che in occasione dello svolgimento delle gare indette dal General Contractor, alcuni dirigenti preposti allo svolgimento delle stesse, per pilotare l’assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, avrebbero fatto in modo, in alcuni casi, che offerte “anomale” divenissero regolari in violazione ai principi della “par condicio” e, in altri, si sarebbero avvalsi della compiacenza di concorrenti di comodo, in realtà non interessati all’aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l’assegnazione all’unico concorrente interessato. In una circostanza la turbativa veniva accompagnata dal pagamento di una somma di denaro. L’operazione della Gdf di Genova ha visto nella giornata odierna perquisizioni e sequestri di documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania, in cui sono stati impegnati i finanzieri di 19 Comandi Provinciali.

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