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Comune, spifferi di burrasca

Christian Cinti

Comune, spifferi di burrasca

Il Consiglio approva la variante di Ponte Rio, ma Casapuond e Lega si sfilano dalla maggioranza. E dietro le quinte si sentono i mal di pancia
Sab, 26/05/2018 - 15:42

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Dopo sei ore di consiglio comunale, oltre tre delle quali dedicate al dibattito sulla variante di Ponte Rio, l’assemblea cittadina ha ratificato l’atto che prevede la possibilità di realizzare un polo commerciale da 5.000 metri quadrati nella frazione ai piedi del colle tuderte. Otto i voti favorevoli (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Todi per la famiglia) 6 contrari (Casapound, Pd, Socialisti e Todi civica) e un astenuto (Lega).

Archiviata la pratica urbanistica, si apre però una pagina politica tutta da scrivere e sulla quale rischiano di rimanere impresse alcune differenze che stanno attraversando la maggioranza di centrodestra alla guida del Colle. I distinguo ratificati in assise da Lega e Casapound potrebbero infatti essere soltanto sintomo di un malessere sul quale intervenire al più presto per evitare che, insomma, un raffreddore diventi qualcosa di più grave.

Non possiamo avere paura di quattro negozi. E non possiamo far aspettare cinque anni un imprenditore che vuole investire nella nostra città”, ha detto il sindaco, Antonino Ruggiano, nel suo intervento prima del voto sulla variante. “Dobbiamo invece scommettere su un futuro di qualità, senza timori e senza il rischio di bloccare lo sviluppo. Ponte Rio – ha sostenuto Ruggiano – può finalmente non soltanto trasformarsi nella porta della nostra città, ma diventare il cuore commerciale di un territorio vasto di cui Todi può essere il baricentro”.

Parole, quelle del sindaco, che non hanno però modificato le posizioni delle due forze di maggioranza che già in commissione consiliare si erano astenute rispetto alla votazione dell’atto. Ma che hanno, forse, limitato – almeno in parte – i danni. Dall’opposizione è infatti arrivato l’invito a lasciare l’aula così da far mancare il numero legale e impedire la votazione sulla variante. L’appello è però rimasto sospeso. E così, al momento della votazione, la minoranza si è alzata dalle sedie, senza però essere seguita da Andrea Nulli (Casapound) e Antonella Marconi (Lega). “Assemblea regolarmente costituita”, dice la presidente Pagliochini, e voto. La variante passa, i mal di pancia no.

Con la possibilità che l’esito della variante sia solo uno dei tanti scossoni. Sul piatto della bilancia pesano infatti altre questioni. Come la riorganizzazione del Comune e gli spostamenti del personale su cui non sono arrivate soltanto le perplessità dell’opposizione – dal Partito democratico ai civici – ma anche da alcuni esponenti della maggioranza che non vedrebbero di buon occhio la volontà di spostare a tutti i costi dipendenti che da anni rivestono ruoli chiave all’interno della macchina amministrativa. Oggetto della riflessione sono poi alcune iniziative imprenditoriali che stanno per sbarcare sul Colle e che generano dubbi, pur senza avere ancora stimolato una riflessione dentro la stessa maggioranza.

Differenze e divisioni che potrebbero avere riflessi più evidenti sulla Lega. Sembra che dentro al Carroccio ci siano screzi e che Adriano Ruspolini, oggi influente vice di Ruggiano e già candidato sindaco, sia tentato dalla possibilità di “restituire” la tessera nel caso in cui dovesse continuare questa linea per la quale gli atti approvati dalla giunta poi diventano oggetto continuo di proteste e polemiche dentro al consiglio comunale. E sembra – stando alle notizie che viaggiano sulle onde di Radio Palazzo – che i vertici politici della maggioranza abbiano sospeso le comunicazioni con il commissario locale della Lega, Toni Aiello, nonostante le recenti nomine negli enti (Etab e Veralli-Cortesi) abbiano portato in dote alla stessa lega più di qualche stellina.

Insomma, pontieri e diplomazie sul Colle avranno il loro bel da fare per ricucire qualcosa che, se ancora non si è del tutto strappato, rischia quanto meno di sfibrarsi.

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