La Cementir è pronta ad avviare la terza procedura di mobilità e licenziare così altre 21 persone a Spoleto. La denuncia arriva dalle organizzazioni sindacali di categoria Fillea Cgil e Filca Cisl, con i segretari Christan Benedetti ed Emanuele Petrini, insieme alla Rsu dello stabilimento.
Organico all’osso – “Nelle precedenti due procedure, con la crisi in atto, – ricordano i sindacati – si è ridotto l’organico in forza presso lo stabilimento e si è comunque forzato un ricambio generazionale, passando da circa 130 dipendenti agli attuali 96. Per gli scriventi questa procedura non trova più alcuna giustificazione nella crisi ma rappresenta la volontà dell’azienda di fare economia, quindi finanza spicciola, presentando una riorganizzazione che invece ricadrà esclusivamente sui dipendenti in forza e sul territorio, visto che prevede una perdita di posti di lavoro”.
Fillea e Filca evidenziano che “in tutta questa vicenda, nonostante i grossi sacrifici dei lavoratori, l’aumento dei ricavi nel 2015 (+2.2%) e l’abbassamento del debito di oltre il 20%, tutte le risorse recuperate dall’azienda in questi anni, sono andate nella recentissima acquisizione del gruppo Sacci; operazione finanziaria di circa 125 milioni che, come dimostra questa procedura di licenziamento, continueranno pesantemente a pagare i lavoratori di Spoleto, come stanno già pagando i lavoratori Sacci di Castelraimondo (MC)”.
Impegni disattesi – “La direzione aziendale della Cementir – ricordano – nell’ultima procedura di mobilità aveva sottoscritto presso il ministero un accordo che prevedeva inserimenti di nuova forza lavoro nei successivi due/tre anni (sono oramai passati!)”. Non solo: in un incontro ufficiale a luglio di quest’anno, “l’azienda aveva confermato questo impegno alle assunzioni per questo mese settembre; impegno giustificato dal forte ricorso agli straordinari. Riteniamo quindi che quanto sopra e un evidente problema di mancanza di personale in produzione, non giustificano l’avvio di questa procedura. Chiediamo quindi all’azienda e lo faremo in sede nazionale, visto la che la procedura interesserà circa 100 lavoratori su tutto il territorio, di ritirare tale procedura e di tornare ad un confronto serio e concreto per affrontare i veri problemi dello stabilimento; problemi che abbiamo più volte evidenziato, come i necessari investimenti per garantire un futuro allo stabilimento e ai dipendi di Spoleto. Nei prossimi giorni concretizzeremo tutte le iniziative di confronto e di mobilitazione, in sinergia con tutte le istituzioni locali e con i lavoratori, al fine di affrontare e scongiurare l’ennesimo schiaffo ai lavoratori e a tutto il territorio”.