Cassa d'espansione su torrente Tresa | Opera da 5 milioni per riduzione rischio idraulico - Tuttoggi.info

Cassa d’espansione su torrente Tresa | Opera da 5 milioni per riduzione rischio idraulico

Redazione

Cassa d’espansione su torrente Tresa | Opera da 5 milioni per riduzione rischio idraulico

L'inaugurazione a Città della Pieve | Marini, “più sicurezza in territorio centrale per le infrastrutture nazionali”
Ven, 29/04/2016 - 16:59

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Una cassa di espansione con una superficie utile di invaso di 50 ettari e la capacità di trattenere volumici idrici per oltre 1.800.000 metri cubi che contribuirà significativamente alla riduzione della pericolosità idraulica delle aree di Po’ Bandino, Moiano, Chiusi Scalo e Ponticelli, oltre alla messa in sicurezza del tratto ferroviario della linea Firenze-Roma. Questa è la grande opera realizzata sul torrente Tresa attraverso finanziamenti della Regione Umbria con fondi del Ministero dell’Ambiente e dell’Ente attuatore Consorzio per la bonifica della Val di Chiana Romana e Val di Paglia inaugurata questa mattina alla presenza della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del presidente del consorzio Mario Mori, del sindaco del Comune di Città della Pieve, Fausto Scricciolo. Presenti anche il consigliere regionale della Regione Toscana Stefano Scaramelli già sindaco di Chiusi e Filippo Gallinella parlamentare del Movimento 5 Stelle.

Questi luoghi – queste le parole della governatrice Marini – sono centrali rispetto alle infrastrutture nazionali e tutti ricordiamo che gli eventi climatici che nel 2012 portarono criticità in questi territori tagliarono in due l’Italia a dimostrazione della importanza strategica che hanno sempre ricoperto. Ecco perchè questa giornata è importante – continua – una giornata positiva e di festa in cui si inaugura l’opera frutto di ottima collaborazione tra pubblico e privati portatori di interessi generali e che accresce la sicurezza delle comunità. Riconosciamo perfettamente l’utilità di un’opera che già nell’orvietano ha dimostrato di poter evitare danni ben più gravi in caso di esondazione. Questo è il motivo per cui i finanziamenti non solo devono concentrarsi sul ripristino dei danni post evento ma soprattuto bisogna investire sulla prevenzione e sulla responsabile gestione del territorio e di conseguenza sulla manutenzione. Quest’opera è anche l’esempio del valore dei consorzi di bonifica e dell’ottimo esempio che qui c’è stato di integrazione con gli Enti locali”.

“Un intervento che consegna sicurezza maggiore alla nostra popolazione, fortemente provata e preoccupata dopo l’evento del 2012 – le parole del sindaco Scricciolo – per questo ringraziamo gli attori principali Regione e Consorzio e anche le imprese, certamente di qualità, che hanno rispettato i termini e i tempi dell’appalto. Consapevoli che questo non era l’unico intervento necessario e che altro lavoro c’è da fare oggi festeggiamo un buon risultato”.

Nello specifico l’evento alluvionale che nel novembre 2012 ha colpito il territorio si è avvicinato molto, come quantità di pioggia caduta e di massa d’acqua conseguente, ad episodi di frequenza duecentennale: in casi del genere, nella sezione interessata dalle opere corso, l’acqua che transiterebbe su questo tratto del torrente Tresa arriverebbe a 200 metri cubi al secondo; di questi, 95 m³/s sarebbero convogliati all’interno della cassa di espansione, per cui si tornerebbe al valore di circa 100 m³/s, che il sistema idraulico del torrente a valle sarebbe in grado di assorbire. La funzione della cassa di espansione è dunque quella di accumulare acqua per poi rilasciarla gradualmente, nell’arco delle 48 ore successive.

Un investimento da circa 5 milioni di euro finanziati per 1 milione e 380 mila dall’autorità bacino Arno e per la restante parte dalla Regione dell’Umbria grazie all’Accordo sottoscritto da Regione Umbria e Ministero dell’Ambiente nel 2010, finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico. “Una spesa ingente – commenta Mori – ma pensate soltanto che ad Orvieto si stanno spendendo 12 milioni per riparare i danni. E’ chiaro che si tratta di un ottimo investimento e di un’opera che anche sotto il profilo di impatto ambientale è di vera qualità”.

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