Bullismo, la paura di andare a scuola | Le vittime raccontano

Bullismo, la paura di andare a scuola | Racconti delle vittime del “ragazzino terribile” di Gualdo Tadino

Sara Minciaroni

Bullismo, la paura di andare a scuola | Racconti delle vittime del “ragazzino terribile” di Gualdo Tadino

Un quindicenne è finito ai "domiciliari" per gli atti persecutori nei confronti dei compagni di scuola
Lun, 16/01/2017 - 19:16

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Sono soltanto bambini. Eppure nello scorrere i loro racconti, nella richiesta di misure cautelari a carico di due quindicenni di Gualdo Tadino si legge di insulti, minacce ed episodi di violenza tremendi.

C’è anche un coltello in quei racconti, mostrato in aula ai compagni attoniti e terrorizzati.

SONO “SOLTANTO BAMBINI”

E tutto accade a scuola. Uno di loro è finito ai “domiciliari”, poi si è difeso davanti al giudice che ha comunque confermato il provvedimento restrittivo. Resterà in casa, come vuole il codice penale dei minori mentre i carabinieri continueranno le indagini. Una storia che chiamare di bullismo sembra riduttivo.

“Dall’inizio dell’anno dell’anno (omissis) – il racconto di una minore – hanno avuto un atteggiamento pressante nei miei confronti, mi insultano davanti a tutta la classe… durante la ricreazione (omissis) si avvicina e mi colpisce con schiaffi dietro alla testa e con calci sulle gambe. In molteplici occasioni i professori lo riprendono ma questi esce senza permesso, oppure inizia a urlargli contro”.

E ancora, “Buzzicona, grassona”, viene apostrofata una compagna.

LA PAURA DI ANDARE A SCUOLA

Ma più grave è l’episodio del coltello “(omissis) ha mostrato un coltello a scatto con manico plastificato che nascondeva all’interno del suo zaino…. come ho già detto spesso i professori li riprendono ma questi non li ascoltano e continuano a fare quello che vogliono”. Minacce come ti taglio la testa e la ragazzina che ha riferito di piangere prima di entrare a scuola “per paura”.

“Dopo le minacce – dice uno dei ragazzini – ho paura di uscire di casa se non in compagnia di mio fratello o dei miei genitori. Ho paura di incontrarli per strada e che questi possano picchiarmi violentemente o ferirmi tenuto conto di aver visto anche il coltello”.

AGGRESSIONI E MINACCE

Il ragazzo è stato sentito dal giudice nei giorni scorsi, ha ammesso alcuni degli episodi dicendo di averli commessi come “risposta” e di averli commessi per “difesa”.

Ma il suo cv di studente non è nuovo a fatti simili. Del caso erano stati informati anche i servizi sociali, mentre il primo esposto ai carabinieri per alcune minacce a scuola e per un danneggiamento dei bagni era stato fatto proprio dalla dirigente scolastica a novembre.

Ma negli ultimi mesi la vicenda aveva assunto contorni sempre più preoccupanti. Il giudice minorile contesta all’adolescente “costanti insulti e minacce” ai compagni e anche “costanti aggressioni fisiche con calci e pugni alla schiena, dita infilate nelle orbite degli occhi e prese per il collo”.

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