Cronaca

Buco bilancio al Comune di Spoleto, Corte dei Conti scova altri 4,5 milioni

Più che un buco di bilancio, quello del Comune di Spoleto, in tempi di terremoto, sembra un vero e proprio cratere: la Procura regionale della Corte dei Conti, guidata da Antonio Giuseppone, ha scovato infatti un altro fiume di denaro che, stando alle accuse, avrebbe cagionato danni alle casse municipali e all’erario per 4,5 milioni di euro.

È quanto può anticipare Tuttoggi.info dopo aver visionato gli atti che sono in corso di notifica nei confronti di 10 persone tra dirigenti, funzionari e politici della passata amministrazione comunale coinvolte a vario titolo nell’inchiesta dei magistrati contabili. Inchiesta che si basa sul faldone chiuso dalla Guardia di Finanza lo scorso 14 giugno e che per il momento la magistratura contabile ha tradotto in un “invito a fornire deduzioni” ai soggetti che potrebbero essere chiamati a risarcire l’ingente danno.

Una cifra, quella dei 4,5 milioni, che potrebbe aggiungersi ai 2,8 milioni che la Procura ha chiesto al termine dell’istruttoria che coinvolge anche in questo caso 10 tra dipendenti e amministratori, in qualche caso gli stessi chiamati nell’odierno procedimento.

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L’atto è stato notificato tra gli altri sia all’ex direttore generale ed ex dirigente alle finanze Angelo Cerquiglini, sia, e questa è una novità, all’ex segretario comunale Paolo Ricciarelli. I politici sono l’ex sindaco Benedetti e l’ex assessore al bilancio Proietti per non aver svolto “azione di vigilanza, coordinamento e indirizzo nella gestione della globalità dell’ente”. La stessa Procura ha invece stralciato anche in questa seconda inchiesta la posizione del collegio sindacale; come pure nessun addebito viene mosso al Consiglio comunale dell’epoca (2009-2014) che sarebbe stato indotto in errore nell’approvare i bilanci dalla “falsata” documentazione predisposta dagli uffici.


L’accusa

Nel mirino degli inquirenti sono finite alcune delle voci di bilancio più importanti come il “recupero evasione Tarsu”, il “trattamento contabile Ici” e la “Tarsu ordinaria”.

Gli importi contestati sono € 147.290,59 che in sede di riaccertamento straordinario venne eliminato “in quanto relativo a residui insussistenti e privi dei relativi ruoli” (determina n. 1514/2011); € 600.000 mantenuti in bilancio seppur privi “dei presupposti giuridici” (determina 1586/2011); € 88.458 quali “duplicazioni di accertamenti” (determina 1641/2012); € 1.926.265,61 quale maggiore Ici ordinaria (in capo ai bilanci 2009, 2010 e 2011); € 1.445.975,23 quanto ai “ruoli della Tarsu ordinaria 2011 attestati falsamente” (determina 1257/2011) e € 101.035,72 quale importo inferiore relativo al fondo svalutazione crediti (delibera 13/2013).

Il tutto ammonta a € 4.309.025,15 di presunti danni nei confronti del Comune di Spoleto. Ma non è tutto. Le fiamme gialle avrebbero scoperto la “falsa certificazione relativa ai minori introiti ICI 2008 diretta alla Prefettura di Perugia attestante falsamente che il mancato gettito ICI era pari a € 2.972.823 anziché € 2.289.263,11”: una certificazione che per il Procuratore capo Giuseppone ha consentito all’amministrazione dell’epoca di ottenere “indebiti rimborsi dallo Stato per € 158.859,50”. Praticamente poco meno di 4,5 milioni di presunti danni a Comune e Stato che, se confermati, andrebbero ad aggiungersi ai 2,8 milioni già contestati per un danno totale di 7,3 milioni. Un record, rosso ovviamente.

Scrive ancora la Procura Regionale della Corte. “La gestione contabile attraverso una reiterata falsificazione degli accertamenti delle entrate del Comune, ha permesso all’ente locale di effettuare spese correnti oltre i limiti consentiti, gravando così la collettività di una incisiva azione di rientro per ricondurre il bilancio comunale a una situazione di equilibrio. L’amministrazione comunale ha abbandonato ogni prudenza, gonfiando dolosamente le entrate di bilancio al fine di attestare un formale (ma inesistente) equilibrio finanziario atto a permettere il mantenimento di un livello di spesa pubblica insostenibile, senza impegnarsi invece in una necessaria e opportuna azione di risanamento”.


Parola alla difesa

Gli avvocati hanno ora 45 giorni di tempo per presentare le memorie difensive dei propri assistiti. Entro i successivi 120 giorni, i magistrati inquirenti dovranno decidere se procedere o meno a contestare gli eventuali addebiti.

La notizia getta nuove ombre sul Partito democratico cittadino e sulla gestione della macchina comunale degli ultimi anni. Nessun commento alla notizia dalle forze che sostengono l’attuale Giunta Cardarelli, autore insieme ai colleghi della lista civica Rinnovamento delle denunce che portarono a scoprire le tante, troppe magagne presenti nei bilanci dell’ente.

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