Bps, si torna al tavolo con Desio - Tuttoggi.info

Bps, si torna al tavolo con Desio

Massimo Sbardella

Bps, si torna al tavolo con Desio

Sindacati convocati per riprendere la trattativa sui dipendenti. Nel Gruppo campagna acquisti di 100 consulenti: i numeri del Piano
Dom, 25/02/2018 - 11:20

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Mercoledì 28 febbraio e giovedì primo marzo. Sono le due date nella quali la Direzione generale del Gruppo Desio ha convocato le organizzazioni sindacali per riattivare il tavolo delle trattative. Anzi, i tavoli, al plurale. Perché nella capogruppo Banco Desio le organizzazioni sindacali si erano divise e quindi c’è da riorganizzare il fronte dei dipendenti.

Mentre per la controllata Banca Popolare di Spoleto, dalla tornata delle assemblee con i dipendenti che si è conclusa nei giorni scorsi, il mandato ai rappresentanti sindacali (in Umbria il fronte è unitario) è stato chiaro e univoco: tornare al tavolo e riaprire con l’azienda la trattativa sulla contrattazione di secondo livello. Che è uno dei due temi all’ordine del giorno nella due giorni brianzola, insieme a quello dei premi di produzione.

Per i dipendenti Bps, le proposte migliorative avanzate dalle organizzazioni sindacali avevano riguardato la produttività (la cosiddetta Vap, valore aggiunto per dipendente), l’incremento della quota a carico dell’azienda del Fondo pensione aziendale (attualmente è al 3%), ridefinizione degli inquadramenti e nuove professionalità. Piattaforma che l’azienda aveva respinto integralmente, argomentando questo rifiuti con il fatto che le condizioni di partenza dei lavoratori dell’acquisita Bps erano già migliori, sotto l’aspetto economico e normativo, di quelle degli altri dipendenti del Gruppo Desio e che quindi la necessità di andare verso un’armonizzazione non lascia spazio a rivendicazioni provenienti da Spoleto. Le uniche aperture dell’azienda per la Bps avevano riguardato i buoni pasto ed alcune misure di welfare per i dipendenti.

Certo, i sindacati dei bancari in questa fase storica sono costretti a giocare in difesa. Basti considerare che in Umbria negli ultimi 8 anni il numero degli sportelli bancari dei vari istituti locali e nazionali è passato da 570 a 450. A Spoleto i rappresentanti dei dipendenti Bps sono in parte rinfrancati dal fatto che il Piano industriale del Gruppo Desio 2018-2020 non sia lacrime e sangue come per altri istituti, che hanno invece programmato nuove chiusure di filiali e, conseguentemente, ulteriori riduzioni degli organici.

Sulla rete distributiva, nel Piano elaborato a Desio non si annunciano infatti nuove chiusure di sportelli, ma si parla di “valutazioni” in merito alle filiali meno performanti. Un campanello d’allarme, quindi, ma non ancora una campana a morto per molte piccole filiali, sebbene ci sia una fortissima spinta all’incremento del digitale, con 60 milioni di euro di investimenti nel triennio, a livello di Gruppo Desio, per l’ammodernamento della rete.

Relativamente al personale, il Gruppo Desio non prevede esuberi, anche se i 140 dipendenti fuoriusciti non saranno rimpiazzati. Del resto, i costi complessivi del personale sono destinati a contrarsi. E’ prevista una ulteriore riconversione professionale, dall’area amministrativa a quella commerciale. A Spoleto, dunque, attendiamoci un altro “esodo” da Palazzo Pianciani verso le filiali.

Il Gruppo Desio annuncia anche una “campagna acquisti”, con l’intento di accaparrarsi 100 consulenti (una trentina quelli previsti per Bps) già “portafogliati”. Figure commerciali per lo più da acquisire tra quelle in uscita da altri gruppi bancari, dunque, che non necessariamente saranno assunte con contratto di categoria a tempo indeterminato, ma che, più facilmente, saranno partite Iva con una parte del compenso legato al risultato.

Da Desio a Spoleto si intende evidentemente attuare una politica commerciale più aggressiva, come dimostrerebbero anche i numeri indicati nel Piano industriale triennale: +29% sui mutui, +17% sugli impieghi alle piccole imprese, una forte espansione del credito al consumo rivolto alle famiglie. Erogazioni di denaro che ovviamente richiedono un forte incremento della raccolta, attraverso depositi a tempo e prestiti obbligazionari.

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