“Non ho preso la metro questa mattina perché una mia collega me l’ha sconsigliato. Altrimenti sarei stata lì, io scendo alla fermata Schumann“.
Livia Menichetti, al lavoro al Comitato delle Regioni, ci racconta così la sua mattinata durante l’attacco terroristico a Bruxelles nella mattinata del 22 marzo. Alle 8 del mattino le prime due esplosioni all’aeroporto di Zaventem poi, un’ora dopo, due altre bombe sono esplose in centro alle fermate della metro di Malebeek e, appunto, Schumann, a due passi dal Parlamento europeo.
“Mi stavo preparando per uscire di casa, ho un po’ tergiversato ed ecco che è arrivata la prima esplosione nella metro. La fermata colpita era proprio quella che ogni mattina mi porta al lavoro. Siamo sotto shock, tutti”. Ora, al sicuro a casa, Livia spiega che la città è bloccata e il traffico in tilt, come le immagini dalle televisioni ci confermano. “Bus e stazioni delle metro sono chiuse”.
La Presidente della regione Catiuscia Marini, appresa la notizia delle esplosioni, si è subito messa in contatto con Livia e le colleghe che lavorano al CoR e al gruppo PSE: “Livia avendo visto in tv attentato in aereoporto non e’ uscita di casa….Paola e’ alla sede della regione, zona attentati Schuman …Valeria non e’ in sede. Chiara era in aereoporto Ed e’ sotto choc….sono in contatto con lei. Il personale del gruppo PSE sta tutto bene….Chiara e’ rientrata a. Casa ma molto provata”.
E a Facebook affida il suo primo pensiero in reazione alla notizia: “Angosciata e rattristata, siamo nel terrore… Quante volte transito li andando e tornando da Bruxelles…. Siamo colpiti nel cuore della nostra Europa che pur nelle sue fragilità rappresenta il simbolo della democrazia nel mondo….la mia mente va alle persone in aereoporto e mi vedo nelle loro vite…..può accadere a ciascuno di noi”.
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