E’uno tra gli incubi più ricorrenti di qualsiasi italiano: vedersi recapitare una bolletta a 5 cifre. E’ successo a Umbertide ma la dinamica dei fatti ha davvero dell’incredibile.
I 20.358 euro della fattura dell’acqua ricevuta da questo signore, infatti, non sarebbero dipesi da un banale errore. L’enorme cifra è il risultato di una perdita stratosferica di oltre 5mila metri cubi (5 milioni di litri) d’acqua sotto casa, della quale nessuno sembra essersi accorto. Oltre alla sorpresa e all’ ansia procurata dal dover pagare l’importo comminato, un’altra preoccupazione riguarda gli eventuali danni che questa perdita potrebbe aver creato al condominio dove abita lo sfortunato protagonista. Nessuno, infatti, sa dove sia finita l’acqua, poiché né l’utente interessato né gli altri condomini hanno rilevato problemi o danni.
La vittima della vicenda sarebbe venuto a conoscenza della perdita d’acqua a fine dicembre 2013, quando la persona in quel momento incaricata della lettura del contatore si è preoccupata di avvertire l’utente di una evidente anomalia, dato che questo segnava 6.301 metri cubi di consumo, una cifra enorme rispetto alla lettura precedente. L’ultimo controllo, però, era stato fatto meno di due mesi prima (5 novembre), quando lo stesso contatore segnava già 4.176 metri cubi, per un consumo mensile pari a 527 metri cubi, rivelando quindi o un uso improprio dell’acqua o una possibile perdita di grandi dimensioni oppure un malfunzionamento nel conteggio.
La domanda che ci si pone è perché nessuno abbia contattato l’utente in quel momento. L’attenzione di “Umbria Acque”, azienda pubblico-privata che gestisce il servizio, avrebbe evitato l’ulteriore perdita di oltre 3000 metri cubi avvenuta proprio nei mesi di novembre e dicembre.
Questa è certamente una sventura che potrebbe capitare a chiunque. Una soluzione per evitare simili episodi, potrebbe essere la lettura periodica del contatore e controllare di conseguenza un’ipotetica perdita. In questo caso, però, neanche l’auto lettura avrebbe potuto scongiurare il danno visto che in un mese sono andati persi ben più di 1000 metri cubi d’acqua.
Oltre ad una tutela più approfondita dell’azienda responsabile, inoltre, sarebbe bastato un semplice controllo informatizzato delle erogazioni, con strumenti adatti a controllare il flusso dell’acqua, evidenziando particolari anomalie o in grado di prevenire danni alle tubazioni.
