Bimbo con due mamme, Joan a Perugia non verrà iscritto - Tuttoggi.info

Bimbo con due mamme, Joan a Perugia non verrà iscritto

Redazione

Bimbo con due mamme, Joan a Perugia non verrà iscritto

Voto di commissione, 6 voti contro 6 e due astenuti | Bori: "Imbarazzante, si sarebbe dovuto almeno procedere alla trascrizione parziale dell’atto"
Lun, 07/08/2017 - 20:15

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Non trova soluzione la discussa questione di Joan, il bimbo nato a Barcellona, da due mamme residenti a Perugia.  La Commissione preposta ha votato questo pomeriggio sulla Trascrizione dell’atto di nascita del bambino. L’atto è stato respinto con 6 contrari , 6 a favore e 2 astenuti.

Illustrando l’atto, Perari ha riferito che il 27/12/2016 è nato a Barcellona un bimbo figlio di due donne italiane sposate in Spagna, iscritte all’Aire di Perugia. Le due donne hanno fatto ricorso alla procreazione assistita e, dicono gli istanti, sono entrambe legate al bambino, la prima per averlo partorito, la seconda per aver donato l’ovulo. Il bambino porta il cognome di entrambe le madri che risultano in Spagna entrambe come genitori. All’atto della trascrizione dell’atto di nascita presso il Comune di Perugia, tuttavia, lo stesso è stato rifiutato.

Le motivazioni dell’istanza:

In realtà, sostengono gli istanti, l’art. 18 DPR 396/2000 esclude la trascrizione degli atti validamente formati all’estero soltanto nel caso in cui essi siano contrari all’ordine pubblico. La Cassazione ha poi escluso la contrarietà all’ordine pubblico dell’atto di nascita validamente formato all’estero che riporta due genitori dello stesso sesso.

In particolare la Corte ha confermato che è trascrivibile l’atto di nascita formato all’estero con entrambe le madri in una fattispecie del tutto analoga a quella del caso di specie in cui le madri avevano fatto ricorso alla medesima tecnica di procreazione medicalmente assistita.

La nota della Prefettura di Perugia N. 47923 del 17 maggio 2017, inviata a seguito della richiesta di parere dell’Ufficio di stato civile, non è vincolante come afferma il Prefetto quando nella stessa si afferma che “nella fattispecie, non si ravvisa l’esigenza di fornire alcun parere”.

Per questo nel dispositivo gli istanti invitano il Sindaco, in veste di Ufficiale di Stato Civile, a riconsiderare la questione e procedere alla trascrizione integrale dell’atto del piccolo Joan con entrambe le sue madri come risulta dall’atto di nascita validamente formato in Spagna.

La storia della mancata trascrizione:

Il Dirigente, Dott. Bonifacio, ha ripercorso le tappe della vicenda: quando è stato richiesto al Comune di trascrivere l’atto in oggetto, i funzionari di stato civile hanno ritenuto opportuno richiedere uno specifico parere alla Prefettura, citando nel corpo della comunicazione le sentenze della Giurisprudenza su casi simili. Una volta che la Prefettura si è espressa in senso negativo rispetto alla trascrizione il Comune non ha potuto far altro se non uniformarsi a tale decisione. Ora, dunque, è precluso agli uffici comunali di procedere in senso diverso, tantomeno in autotutela; il rischio infatti, è di subire un annullamento dalla Prefettura con eventuale sanzione. L’unica strada ammessa, pertanto, resta quello del ricorso dei privati avverso il provvedimento di diniego.


>> Figlio di due mamme, Comune Perugia nega la trascrizione atto di nascita

>> Il caso del piccolo Joan, il Garante Umbria “Negati diritti basilari”


Il dibattito in comissione:

Aprendo il dibattito Mencaroni ha parlato di un odg da appoggiare convintamente. Il provvedimento del Comune, infatti, getta il bambino in una posizione giuridica assurda, quella del cosiddetto apolide. “Mi appello alla sensibilità di tutti: la cittadinanza non può essere negata ad un bambino di sei mesi, pur in presenza di un parere della prefettura, avverso il quale il Consiglio dovrebbe intraprendere una battaglia di civiltà. Oggi, in sostanza, dobbiamo riconoscere un diritto ad un bambino di Perugia”.

Secondo Nucciarelli prima della morale, fissata dalla legge, c’è una morale naturale. Oggi non si deve mettere in discussione una forma di convivenza o natalità; semplicemente non si deve esporre un bambino a situazioni gravi senza che ne abbia alcuna colpa. Dunque il consigliere ha preannunciato un voto a favore dell’odg.

Bori, altro firmatario dell’atto, ha sostenuto quanto sia assurdo che, per la prima volta, in Italia non si sia riusciti a trascrivere un atto di nascita. Nessuno, in realtà, può pensare di lasciare un bambino abbandonato in questo modo, impedendogli di ottenere servizi, documenti ecc. La vicenda per il consigliere Pd è imbarazzante: “io sono favorevole come tanti sindaci a registrare integralmente l’atto di nascita, ma quantomeno, in alternativa, si sarebbe dovuto procedere alla trascrizione parziale dell’atto”. Inevitabilmente, commenta Bori, saranno gli organi giurisdizionali a rendere giustizia al bambino ed alle sue mamme, con l’aggiunta del risarcimento danni.

Vignaroli ha evidenziato che l’Italia, come ogni altro paese, su questi temi (matrimonio, stato civile, ecc.) si è data delle norme che valgono per tutti. Nel caso di specie, dunque, non è stato applicato alcun cavillo. Tuttavia, pur con ciò, occorre dire che alla base della vicenda esiste una concezione antropologica e bioetica innovativa, rispetto alla quale l’Italia tarda a legiferare. La conseguenza è che oggi in Italia si può essere solo figli di un padre e di una madre, senza ulteriori soluzioni. Per tali motivi la trascrizione, come segnalato dal Prefetto, appare impossibile. La stessa sarebbe stata ammissibile se fosse stata richiesta da una sola madre. “Insomma – rileva Vignaroli – l’attuale legislazione non sembra tenere conto degli sviluppi delle biotecnologie, rendendo di fatto inammissibile la trascrizione di un bambino con due madri. In conclusione per mettere una parola fine a queste diatribe dovrà essere il Parlamento a legiferare e non certo un Comune”.

Per Sorcini l’Italia è il paese della contraddizioni; si pensi che 10 anni fa è stato di fatto vietato alle coppie di procedere alla fecondazione assistita, costringendo tanti italiani ad “emigrare” altrove. Secondo il rappresentante di Fdi nel caso di specie appare assurdo che si costringano le persone a recarsi in Spagna per usufruire di certe tecniche scientifiche quando le stesse ben potevano essere ultimate nella stessa Perugia. Detto ciò, tuttavia, Sorcini ha sostenuto che, secondo il suo parere, le due madri hanno voluto in questa vicenda avviare una sorta di battaglia civile, visto che sarebbe stato molto più semplice per una di loro chiedere la trascrizione dell’atto. “Personalmente avrei comunque cercato di tutelare in ogni modo il bambino”.

Pittola ha fatto presente che tutti vorrebbero rendere felici gli altri, ma purtroppo nel nostro ordinamento ci sono delle leggi e delle regole, a volte anche spiacevoli, da rispettare. La consigliera di FdI ha comunque evidenziato che il parere della Prefettura è autorevole e non dovrebbe essere disconosciuto. Vista la confusione vigente in materia, in ogni caso, ha chiesto di poter approfondire la tematica invitando in Commissione due esperti di diritto di famiglia. Richiesta respinta dagli istanti.

Rosetti ha ricordato che il M5S sulla vicenda ha diffidato il sindaco, unico soggetto oggi deputato a parlare, ma purtroppo assente. “Noi oggi non possiamo parlare di altro se non di trascrizione di un atto di nascita, validamente formatosi all’estero. Ritengo che l’ufficiale di stato civile, sulla base della normativa del 1995 che disciplina il recepimento di un atto formatosi all’estero, avrebbe dovuto trascriverlo. La diffida al sindaco – ha proseguito la capogruppo – è dovuta alla grave discriminazione nei confronti del minore, perché si è disconosciuto un fatto obiettivo, ossia la nascita. Altra cosa, non certo oggi oggetto di discussione, è il riconoscimento dell’unione delle due madri, che nessuno ha richiesto al Comune”. A parere della capogruppo, in sostanza, non si deve solo parlare di diritto italiano, ma soprattutto di principi del diritto internazionale, da tempo riconosciuti dal nostro paese.

Tracchegiani ha fatto notare che il problema non sarebbe esistito se una delle due madri avesse chiarito di essere quella naturale. In senso generale il consigliere di FI ha evidenziato che in base alla normativa vigente ci sono dei limiti alla trascrizione; questo è un dato di fatto che non si può contestare. “La verità – sostiene- è che Pd e M5s vogliono far passare un principio diverso alla base di questa diatriba, ossia il diritto di due donne di concepire, sposarsi, ecc.”. Per tali ragioni ha preannunciato un voto contrario.

Per Leonardi se la giurisprudenza ha sancito che non vi è contrasto all’ordine pubblico nella trascrizione di un atto di questo genere, nessuno ha il diritto di sostituirsi ai giudici proponendo soluzioni diverse. La consigliera ha quindi concordato con Rosetti: qui si parla di trascrizione di un atto legittimamente formatosi all’estero e non è consentito entrare nel merito dello stesso. A parere di Leonardi è assurdo, a fronte di tali presupposti, che si costringano le persone a fare ricorso avverso il diniego di trascrizione per ottenere giustizia.

Pietrelli per dichiarazione di voto ha preannunciato un’astensione, Pittola un voto contrario non essendo stata accolta la sua richiesta di approfondimento.


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