“Perugia è conosciuta da oltre 700 anni per essere una Città che ospita studenti e saperi, motivo per cui essa dovrebbe essere pensata e ripensata a misura di studente“. Inizia così la nota di Tommaso Bori, consigliere del Partito democratico al comune di Perugia, che propone, insieme alle associazioni studentesche Sinistra Universitaria – Unione degli Universitari e AltraScuola – Rete degli Studenti Medi, di stilare alcune proposte “concrete e facilmente realizzabili per la nostra città“. Proposte che, afferma Bori, da qui ad un anno potrebbe essere attuate per costruire una città a misura di studente. Si parla così di vivibilità in centro storico, di autobus notturni, di sicurezza e di città ecosostenibile.
Mobilità – Il tema della mobilità notturna è strettamente connesso a quello della vivibilità del Centro Storico e, di conseguenza, alla sicurezza percepita dai cittadini e dagli studenti. “La presenza dei giovani e delle famiglie in centro – afferma l’esponente del Pd – è il miglior presidio di sicurezza possibile e, dunque, se va portato avanti un serio investimento per la sicurezza e la vivibilità in centro questo deve essere fatto sulla mobilità notturna. In particolare per chi non ha ancora la patente, come gli studenti delle superiori, o non ha una macchina propria, come gli studenti fuorisede, gli erasmus e i turisti. Per il raggiungimento di questo obiettivo le associazioni degli studenti hanno elaborato, con l’aiuto di esperti, un piano cittadino sostenibile e funzionale per realizzare la mobilità notturna anche a Perugia”. Si fa così strada l’idea di istituire due navette circolari, dal capolinea nelle due opposte direzioni. La frequenza di queste partenze dovrebbe essere di due navette all’ora, indicativamente fino alle 2 di notte, orario di chiusura dei locali del centro storico. Il percorso dovrebbe interessare: Piazza dell’Università, Via Vecchi a Elce, Strada Santa Lucia, Via Duranti (Facoltà di Ingegneria), Stazione Fontivegge, Via Firenze a Ferro di Cavallo (Residenza Universitaria ADiSU R. Rossi), Via Madonna Alta, Viale San Sisto e Ospedale S.M. della Misericordia, Via Settevalli, Via della Pallotta, Via Romana (Residenza Universitaria ADiSU di Agraria), Via Roma, Piazza Partigiani, Piazza Italia, Via 14 Settembre, Via del Giochetto (Residenza Universitaria ADiSU di via del Favarone), Monteluce, Piazza Cavallotti, Piazza dell’Università.
Vivibilità in Centro Storico – Per Udu e Bori, diventa poi importante vivere il centro storico a pieno, facendo rivivere alcuni luoghi, come la Casa dell’Associazionismo e gli Ostelli della Gioventù. “Servono strutture insonorizzate e tecnicamente adeguate, così da non disturbare i residenti come avviene per quelle ricavate tramite espedienti da spazi improvvisati. L’obiettivo è far riacquisire al centro storico la funzione di punto di riferimento per la vita sociale e culturale della città, ospitando eventi di richiamo nazionale che attirino un’ampia platea di giovani. In questo senso riqualificare sia spazi pubblici, come il Mercato Coperto e la struttura di San Francesco al Prato, sia grandi superfici private, come il cinema Turreno, il cinema Lilli, l’area ex-Coin, può essere un traguardo simbolico per l’opinione pubblica della candidatura di Perugia a Capitale Europea della Cultura”.
La sicurezza, tema caro ai perugini che abitano l’acropoli di Perugia e le sue periferie, rientra nel disegno: è prprio tramite la vivibilità del centro storico e la mobilità notturna che “si possono dare molte risposte alle domande di sicurezza da parte dei giovani e degli studenti. Ma rimangono critiche le situazioni di alcune realtà specifiche che richiedono azioni forti, possibilmente prima che sfocino in eventi delittuosi pronti ad occupare le prime pagine dei giornali e i titoli dei telegiornali nazionali. In particolare vengono riportate dagli studenti come critiche le zone della Casa della Studentessa e Corso Garibaldi, la Stazione e Fontivegge, il Parco di Sant’Anna”.
Città Ecosostenibile – Infine, ma non di minore importanza, rientra nel progetto anche il passaggio dall’amianto al fotovoltaico, in particolare per quanto riguarda gli edifici pubblici e quelli scolastici. “Infatti facendosi promotori della riqualificazione energetica e dell’installazione di impianti per le energie rinnovabili gli edifici scolastici ed universitari possono smettere di essere una spesa, diventando a “bolletta 0”, liberando risorse economiche da investire in Città, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e l’inquinamento atmosferico. Inoltre è centrale riuscire a portare una raccolta differenziata capillare in tutti gli uffici e le strutture scolastiche ed universitarie che sono vissute da decine di migliaia di persone ogni giorno“, ha concluso Bori nella sua nota.
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