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Auto storiche, in Umbria si pagherà di nuovo il bollo

Con il voto di oggi in Consiglio regionale l’Umbria da uno schiaffo ai propri cittadini e agli appassionati di auto e moto storiche. Da oggi non esiste più l’esenzione del bollo per i veicoli di particolare interesse storico che quindi torneranno a pagare il bollo pieno, dal costo più che triplo rispetto all’attuale. Se prima i cittadini erano in difficoltà per la pesante crisi economica, da oggi grazie all’emendamento proposto dall’assessore Bracco, sono ancora più tartassati dalla fiscalità regionale”. Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv) commenta l’approvazione da parte del Consiglio regionale, con i voti favorevoli di Pd e Psi, dell’emendamento della Giunta che reintroduce il bollo pieno per le auto e le moto di particolare interesse storico, che vanno dai 20 ai 29 anni.
È bene ricordare – continua Dottorini, che nella nota fa riferimento al suo ruolo di presidente di ‘Umbria migliore’ – che grazie ad una nostra modifica l’atto uscito dalla Commissione aveva preservato il bollo ridotto per le auto e le moto di particolare interesse storico che presentano i requisiti previsti dalla legge e che sono certificate dai centri specializzati della Regione. Ma la Giunta ha voluto dare uno schiaffo ai cittadini umbri e annullare questa possibilità. In questo modo diventerà a breve operativa la scure del governo Renzi che prevede di tagliare tutte le agevolazioni per i veicoli ultraventennali”.
“Questo atto – continua Dottorini –, oltre a generare un danno economico per migliaia di cittadini che nella nostra regione si troveranno di colpo a dover pagare centinaia di euro a fronte dei 25,82 che pagavano fino ad oggi, di fatto crea una disparità di trattamento tra i cittadini umbri e quelli di altre regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e provincia autonoma di Trento e Bolzano che invece hanno preferito andare incontro ai propri cittadini e mantenere il beneficio del bollo ridotto per le auto e le moto storiche. Così, mentre in altre regioni si cerca di tutelare un grande patrimonio storico e culturale in Umbria si preferisce infierire e andare a fare cassa proprio nelle tasche di quegli appassionati e collezionisti che possiedono auto e moto e vespe ultra ventennali”.
Già fu una dura battaglia – conclude Dottorini – quella che portò nel 2007 a introdurre l’autocertificazione per il veicoli storici, ma oggi si manifesta in pieno la pesantezza di un apparato burocratico regionale che è sempre stato ostile verso questo mondo e che oggi pare prendersi la rivincita su un settore che non merita questo trattamento. Adesso sarà opportuno andare a spiegare ai cittadini come questo è potuto avvenire e chi ha preferito reintrodurre il bollo per le auto storiche, relegando gli umbri a cittadini di serie B”.