ASTOPOLI: ESTORCEVANO DENARO PER NON TURBARE LE ASTE FALLIMENTARI DI OGGETTI E MEZZI (FOTO) - Tuttoggi.info

ASTOPOLI: ESTORCEVANO DENARO PER NON TURBARE LE ASTE FALLIMENTARI DI OGGETTI E MEZZI (FOTO)

Redazione

ASTOPOLI: ESTORCEVANO DENARO PER NON TURBARE LE ASTE FALLIMENTARI DI OGGETTI E MEZZI (FOTO)

Mar, 24/06/2008 - 15:01

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Sedici persone indagate, dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere (di cui al momento 2 ancora in esecuzione) ed una, un funzionario pubblico, agli arresti domiciliari. Sono questi i numeri dell'operazione congiunta di Carabinieri di Spoleto e Polizia di Stato di Spoleto e Foligno svolta in seguito alle indagini del Gip del Tribunale di Spoleto, su richiesta del Procuratore della Repubblica Gianfranco Riggio. Ed è stato proprio quest'ultimo, insieme al Sostituto Procuratore Eva Scalfati, insediatasi oggi, a rivelare i dettagli della vicenda, che ha coinvolto diversi spoletini.

Tra gli indagati risulta anche un dipendente della Corte d'Appello di Perugia – ufficio vendite giudiziarie di Terni (competente anche per Spoleto), unico ai domiciliari. Ed è proprio attorno alle aste fallimentari ed alle esecuzioni mobiliari civili che ruota tutta la vicenda.

Secondo quanto accertato dalla Procura spoletina dopo le indagini (comprensive anche di intercettazioni) avviate ad agosto dello scorso anno, gli arrestati avrebbero ricattato delle persone oggetto di pignoramenti di beni, chiedendo loro dei soldi per non alzare troppo il prezzo dell'asta pubblica e quindi per permettere alle vittime dell'estorsione di riacquistare all'asta i propri beni. L'accusa per le undici persone arrestate è di concussione, abuso d'ufficio, concorso in estorsione, turbata libertà degli incanti, falso e favoreggiamento personale.Tutto è partito dalla denuncia di alcune delle vittime (che in tutto sono almeno 7 o 8). Le persone destinatarie di esecuzioni civili in loro danno, infatti, avevano segnalato – come poi riscontrato da polizia e carabinieri – che alcune persone, che si definivano “astaroli”, contattavano prima delle aste pubbliche i proprietari degli oggetti sequestrati (si parla solo di beni mobili e non immobili), verificavano il loro interesse a riappropriarsi della merce e quindi si facevano dare dei soldi per non turbare l'asta. In caso contrario, invece, alzavano il prezzo pur di non permettere alle vittime di aggiudicarsi gli oggetti. A gruppetti di 5-6 persone, inoltre, allo scopo di incutere paura alle persone sulle quali venivano fatte pressioni, gli arrestati si presentavano all'asta pubblica. Al centro della vicenda c'erano oggetti di vario tipo: da un biliardo ad un muletto, passando per un frigorifero. Ma c'erano anche mezzi, come un'autobotte, per la quale gli estortori avevano chiesto fino a 4mila euro.

All'alba di stamani, quindi, i primi arresti in merito all'operazione, che riguardano per lo più persone residenti in Lazio, tranne due nel ternano ed una d'origine siciliana. Si tratta di tutte persone pregiudicate, tranne il funzionario pubblico.

(sara fratepietro)

Modificato alle 19.33 – La persona agli arresti domiciliari è un impiegato della Corte d'Appello e non un ufficiale giudiziario. Ce ne scusiamo con i lettori


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