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Ast Terni, guerra Pd contro Landini / Tensione tra operai / Il video

 A pochi minuti dagli Stati Generali di Terni della Fiom, l’attesa per l’intervento di Maurizio Landini si carica di tensione. Dopo la spaccatura del fronte operaio sulla decisione di interrompere lo sciopero e rientrare negli stabilimenti e le critiche alle Rsu sulla gestione della vicenda, da pochi minuti è arrivata la dichiarazione del parlamentare Pd, Marco Di Maio: “Dire che un accordo all’Ast di Terni non lo si può fare a tutti i costi – si legge in una nota –  come dice Landini, può sembrare un’ovvietà, ma in una situazione delicata e vicini al raggiungimento dell’obiettivo diventa un’affermazione non utile. L’obiettivo del sindacato è quello di tutelare i lavoratori e chiudere gli accordi non quello di usare strumentalmente la sua posizione per analizzare in modo approssimativo il voto alle regionali”.

La polemica era già iniziata nella mattinata con la nota di Alessia Rotta, della segreteria del PD: “Landini, che si esercita in analisi elettorali, peraltro non esattissime, farebbe bene a svolgere
con equilibrio il suo ruolo di sindacalista. Invece di mettere in dubbio il raggiungimento di accordo alla Ast di Terni si impegni per creare le condizioni giuste per arrivarci. Altrimenti viene il dubbio che si voglia far politica sulla pelle dei lavoratori”.

Affonda il colpo Graziano Delrio: “Le parole di Landini preoccupano il Governo. Pensiamo sia un momento di responsabilità per tutti. L’accordo potrà permettere di salvaguardare i posti di lavoro e di evitare gli oltre cinquecento licenziamenti previsti”

Il Pd continua a gettare benzina sul fuoco, dopo che Maurizio Landini, a margine di un’assemblea di lavoratori a Firenze, era intervenuto sulla vicenda Ast: “Il messaggio che credo si voglia mandare e’ questo – ha spiegato – Mercoledi’ siamo pronti ad articolare la mobilitazione e crediamo si possa sostanzialmente andare verso un accordo. Ma non si puo’ fare un accordo a tutti i costi, deve essere un accordo che al suo interno ha da un lato una scelta precisa di politiche industriali”. Per Landini, quindi si deve realizzare un’intesa in base alla quale da un lato “la Thyssen non vende e si continua a produrre acciaio; dall’altro, no ai licenziamenti e si’ a tutele che riguardino le condizioni di lavoro delle persone”Qui il video di Rainews del TgR Toscana

A poche ore dall’incontro decisivo tra Governo-sindacati-Thyssen il clima sembra tutt’altro che disteso e idoneo a raggiungere un accordo che possa tutelare al massimo gli operai, visto che le tensioni continuano ad agitare il fronte dello sciopero. Piano piano l’ad Morselli sta raccogliendo ‘il frutto’ della sua strategia: mentre Governo e sindacati bisticciano e gli operai si disuniscono sulle modalità di protesta, Thyssen acquisisce sempre più potere nella trattativa, potendo così imporre condizioni che il Governo si troverà costretto ad accettare.