Il Centro italiano di Arte contemporanea, da questa mattina realtà. A volerlo è stata una felice intuizione della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che è stata positivamente accolta dal Comune e dalla Cassa di Risparmio di Foligno. A spiegare il perchè di questa realizzazione è il presidente della Fondazione Alberto Cianetti che ha parlato davanti ad un folto pubblico alla presenza della presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, del vescovo Gualtiero Sigismondi, del sindaco Manlio Marini, del presidente della cassa Denio D'ingecco e del vicepresidente della Fondazione, l'avvocato Italo Tomasso e a tante altre autorità e rappresentanti del mondo della cultura. “Oggi -ha detto Cianetti – quanto meno dal punto di vista strutturale, si conclude un percorso che è iniziato tanti anni fa e che ha visto la Fondazione fortemente impegnata in questa progettualità che tra l'altro all'inizio creò scetticismo e non poche problematiche. Certamente l'aspettativa e la curiosità che sono andate maturando in questi ultimi tempi, in particolare man mano che la struttura prendeva corpo, avranno spinto molti di voi ad essere oggi qui presenti; tuttavia credo fermamente che vi sia un sotteso denominatore comune che lega tutti noi e che è quello di voler testimoniare la propria vicinanza a questo progetto culturale, agli enti coinvolti che hanno creduto in tale iniziativa ed investito tempo, energie e risorse non solo finanziarie. Voglio subito premettere che questa suggestiva sede ( tralasciando per un momento ogni riferimento all'imponente opera Calamita Cosmica, di nostra proprietà e qui temporaneamente esposta) è come già detto il felice esito di un lungo, complesso, articolato ma entusiasmante processo progettuale che ha avuto inizio nell'anno 2000. A tale riguardo, vorrei illustrare, sia pure per sommi capi, come nacque l'idea di un Centro d'Arte Contemporanea a Foligno che seguiva l'importante iniziativa sempre a cura e volontà di questa Fondazione e precisamente la grande mostra del corpus integrale dei disegni di Giuseppe Piermarini e di due maquette del Teatro alla Scala realizzate sui disegni originali dell'architetto e che ora sono esposte all'interno del museo di Palazzo Trinci. Preliminarmente ci ponemmo il problema di accertare se la cittadinanza e il territorio avessero nelle loro aspettative l'esigenza di avere un Centro di Arte Contemporanea a Foligno. Venne nominata una apposita commissione interna composta dall'avvocato Italo Tomassoni dal professor Bruno Toscano, dal professor Maurizio Calvesi, dall'architetto Luciano Piermarini e dal compianto architetto Lanfranco Radi, commissione che dopo accurati sondaggi presso i soggetti più rappresentativi della città e del territorio, relazionò sulla positiva aspettativa di una iniziativa di questo tipo nella nostra città.Ecco dunque che su queste basi prendeva corpo l'idea di realizzare un centro d'arte contemporanea a Foligno capace di entrare in sinergia con quanto già la nostra Regione offriva in questo settore e cioè: il Museo Burri di Città di Castello, il Palazzo della Penna a Perugia, il Museo d'Arte Contemporanea di Spoleto e il recente Centro CAOS di Terni”. “Questa struttura – ha detto il vescovo Sigismondi – è la casa che accoglie le idee. Nella forma è molto simile alla Chiesa che ho da poco inaugurato e quindi divideremo insieme pareri e critiche. Ciò ricordando che dove non c'è critica vuol dire che ciò che si fa non suscita interesse”. “Oggi, la città di Foligno – ha commentato il sindaco Marini -, portando a compimento questo progetto di Centro Italiano per l'Arte contemporanea si arricchisce di un altro contenitore culturale, che si affianca a pieno titolo con quelli già esistenti e di grande prestigio, come il Museo di Palazzo Trinci, il Museo Diocesano, e l'Antiquarium di Colfiorito, che aprirà tra breve. Grazie all'intervento della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Foligno, che hanno finanziato per circa 900 mila euro questo progetto, cui si è affiancata con sensibilità politica la Regione dell'Umbria con un milione di euro, il Comune di Foligno ha potuto portare in porto un significativo recupero di un edificio del centro storico, danneggiato dal terremoto del 1997 e dismesso da molti anni. Come noto, in questo stabile, costruito nella prima metà del ‘900 per ospitare un mercato coperto, negli anni Sessanta vi trovò collocazione la centrale la centrale del latte della nostra città e successivamente gli uffici centrali delle Poste e Telecomunicazioni. Dopo lunghi anni di abbandono, oggi, finalmente, restituiamo alla nostra città questo edificio di 800 metri quadrati per un uso di grande livello culturale”.