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AREA COMMERCIALE DI FABBRERIA: LA CONFCOMMERCIO RECLAMA COERENZA

Redazione

AREA COMMERCIALE DI FABBRERIA: LA CONFCOMMERCIO RECLAMA COERENZA

Mer, 11/03/2009 - 17:40

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“Invitiamo l'amministrazione comunale di Spoleto ad una maggiore coerenza. Da un lato infatti continua a sostenere di voler incentivare la rivitalizzazione del centro storico, dall'altro avalla la nascita di nuove aree commerciali in zone periferiche che – per le proprie caratteristiche, soprattutto in termini di residenti – non giustificano affatto questa scelta, ma provocano solo l'ulteriore impoverimento del tessuto imprenditoriale esistente, che è il vero patrimonio della città. Cominciano a venire alla luce tutti gli effetti destabilizzanti – moltiplicati dalla crisi economica generale – di una programmazione commerciale lacunosa nel metodo, perché non coordinata con quella urbanistica, e sbagliata nei contenuti, perché il piano delle medie superfici licenziato nel luglio 2008 prevede – nonostante la nostra ferma opposizione – un numero spropositato di nuove autorizzazioni”.

Leonello Spitella, presidente della Confcommercio di Spoleto – facendosi anche portavoce del malumore di tanti commercianti – interviene così sulla notizia riguardante l'avviso di gara deliberato dal consiglio comunale del Comune di Spoleto per l'alienazione della rata di terreno in località Fabbreria, di complessivi mq. 5.241, destinata a centri commerciali, insediamenti commerciali e di vendita al dettaglio con superficie di vendita compresa fra i 250 e i 2500 mq.

“Le previsioni di tante nuove autorizzazione nel piano delle medie superfici – riprende Spitella – risponde ad una logica espansiva che non è suffragata o giustificata né dalle caratteristiche del nostro territorio, né dalle tendenze più moderne in fatto di programmazione commerciale. L'esperienza italiana, ma più ancora quella di nazioni più avanzate, ad esempio Stati Uniti o Francia, ci dicono che il modello di consumo incentrato sui centri commerciali artificiali è in crisi, e non è comunque la panacea per tutti i mali. La nostra città ha bisogno di qualità, più che di quantità, ha bisogno soprattutto di una programmazione complessiva e coordinata – che coniughi gli aspetti commerciali ed urbanistici – a breve, medio e lungo termine, che serva ad orientare correttamente anche gli investimenti privati”.

Spitella tiene a fare una puntualizzazione: “La nostra non è una battaglia di retroguardia, né tanto meno vogliamo ostacolare lo sviluppo del territorio o impedire l'esercizio del diritto alla concorrenza, ma solo evitare di procedere in modo caotico, e soprattutto non rispondente alla nostra realtà e alle sue caratteristiche. Occorre puntare sì su aperture di nuove attività, purché qualificate, purché davvero capaci di fungere da elemento di attrazione verso Spoleto. Allora il problema della competizione non si porrebbe: se portiamo consumatori a Spoleto da altre città ne beneficeranno tutti, anche le attività del centro storico. Ma è davvero difficile credere che rispondano a questo imprescindibile obiettivo le tante nuove autorizzazioni previste nel piano delle medie superfici. Sarebbe profondamente sbagliato porre la questione in termini di competizione centro-periferia: ma le scelte del Comune purtroppo generano questo equivoco. L'esigenza vera è invece programmare uno sviluppo coerente e coordinato, funzionale all'unico obiettivo di far crescere tutta la città, senza traumi per le attività commerciali esistenti. Ma questo non si fa creando cattedrali nel deserto, che tra l'altro espongono gli imprenditori al rischio di veder vanificati i propri investimenti: cosa che, di questi tempi, nessuno, meno che meno le piccole imprese, si possono permettere. Parallelamente ci deve essere anche il rispetto degli impegni presi: se davvero Spoleto vuole caratterizzarsi come città turistica, d'arte e di cultura, il centro storico e la sua rete commerciale rappresentano un patrimonio per la cui salvaguardia e il cui rilancio non si possono spendere solo parole, ma fatti. Perché sono quei negozi che garantiscono identità alla città, che si stanno impegnando, attraverso il progetto city mall, per il proprio riposizionamento, che svolgono un ruolo di servizio che va ben oltre al loro funzione specifica, ad esempio fornendo informazioni ai turisti. Se non ci preoccupiamo della buona salute del cuore della nostra città, le conseguenze saranno devastanti per la città nella sua interezza. E non sarà certo un centro commerciale in più a salvarne l'economia e il futuro. E' bene che lo tengano a mente gli attuali, come i futuri amministratori, prima che i danni siano irreparabili”.


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