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All’Archivio di Stato incontro sulla Via della Spina

L’Archivio di Stato di Spoleto torna a parlare della Via della Spina in una iniziativa che si svolgerà domenica 1 maggio a partire dalle ore 10,00, presso la sala di studio dell’Istituto archivistico spoletino. L’interesse per questo importante asse viario che ha unito per secoli Spoleto alle Marche, e in particolare le città di Camerino e di Loreto, segue analoghe iniziative e la pubblicazione del volume, curato da Luigi Rambotti e Giuseppe Guerrini. Più di recente, nel corrente anno scolastico la classe II a del Liceo Artistico di Spoleto, sotto la guida delle docenti, professoresse Clarissa Venanzi e Rosa Perugino, ha seguito un percorso didattico sotto la guida del dott. Rambotti avente la Strada come argomento.

Si ricorda come la Via della Spina abbia origini antichissime, almeno sin dall’antichità, quando, come narra la leggenda, fu percorsa dal celebre condottiero cartaginese Annibale che la utilizzò procedendo in direzione di Spoleto dopo aver inferto una sconfitta alle truppe romane nei pressi della città di Plestia.

Da allora principi, cardinali, pellegrini, mercanti e pastori ne hanno fatto uno dei percorsi più attivi dell’Italia Centrale, soprattutto dopo il diffondersi della devozione Lauretana nella seconda metà del Quattrocento. Sull’asse Roma – Loreto si sviluppò un intensissimo romeaggio che ebbe in Spoleto un vero e proprio fulcro, almeno fino al XVIII secolo. Lo splendido santuario spoletino della Madonna di Loreto, per secoli mèta di pellegrinaggi, è certamente la testimonianza più evidente dello speciale legame tra Spoleto e il culto lauretano. Persino nell’onomastica cittadina sopravvivono tracce nei cognomi, molto diffusi nell’area spoletina, quali “Loreti”, “Laureti”, “Lauretani” “Loretoni” ecc. derivanti dalla trasformazione del diffusissimo patronimico Loreto.

Lungo la Via della Spina chiese, cappelle, edicole, ospedali e ospizi, molti dei quali ancora esistenti, stanno a testimoniarne la sua antichissima vocazione di strada di grande comunicazione, asse di un più complesso sistema viario che metteva in collegamento tra le valli appenniniche sostenendo per secoli le attività economiche dei comuni da essa attraversati.

E’ del tutto evidente che, oltre ai contenuti squisitamente culturali, l’iniziativa si configura anche come strumento sul quale impostare un progetto di recupero di questa strada allo scopo di farne una infrastruttura decisiva per lo sviluppo delle aree ad essa collegate.