C’era grande attesa tra le associazioni venatorie ed i cacciatori per la consegna degli animali per il ripopolamento del territorio, in vista dell’apertura della stagione di caccia. E grande è stata la delusione e quando si è scoperto che quei fagiani, che provenivano da un allevamento in provincia di Perugia, per conto dell’Ambito territoriale di caccia Perugia 2 (Atc Pg 2) che comprende 33 comuni umbri, erano in gran parte morti o in stato di grande sofferenza.
L’episodio è avvenuto la settimana scorsa, durante una cerimonia ufficiale che si svolge ogni anno. Il programma prevede che l’Atc 2 consegni i fagiani alle associazioni venatorie prima a Spoleto e poi a Sant’Anatolia di Narco affinché avvenga il ripopolamento sul territorio.
In ogni comune, infatti, ne vengono rilasciati – a cura degli stessi cacciatori – un certo numero, in modo da poter essere poi cacciati nelle settimane successive. Sabato 30 luglio, quindi, come da tradizione, a piazza d’Armi si è tenuta la consegna degli animali da parte dell’allevatore privato che per conto dell’Atc Pg 2 alleva questo tipo di volatile.
Lo scarico sarebbe stato previsto intorno alle ore 10, ma per vari motivi è slittato intorno alle 11,30. Era una mattinata caldissima, con la temperatura oltre i 30 gradi. L’allevatore, secondo quanto raccontano i presenti, si sarebbe presentato con un furgone adibito al trasporto di bestiame e non di selvaggina viva; i fagiani erano chiusi all’interno di scatole di cartone e al momento della consegna, dopo lo stress del viaggio e l’elevata temperatura, molti di loro erano morti, circa un quarantina. La maggior parte degli altri erano in uno stato di elevata sofferenza.
Vista la situazione, quindi, i cacciatori intervenuti per la consegna, alla presenza anche del presidente dell’Atc Pg 2 e del responsabile dell’ambito territoriale addetto alla consegna, hanno protestato e non hanno voluto ritirare gli animali. All’allevatore (residente nella provincia di Perugia), quindi, non è rimasto altro che tornare con i fagiani – sia quelli morti che quelli ancora in vita – nella sua azienda.
La vicenda è stata subito segnalata alle forze dell’ordine. L’allevatore è stato denunciato per maltrattamento di animali alla Procura della Repubblica di Spoleto. Sul caso sta effettuando accertamenti anche la Corte dei conti per valutare un possibile danno erariale.