A UJ14 le "metà" artistiche di Hiromi, Michel Camilo e Gonzalo Rubalcaba - Tuttoggi.info

A UJ14 le “metà” artistiche di Hiromi, Michel Camilo e Gonzalo Rubalcaba

Carlo Vantaggioli

A UJ14 le “metà” artistiche di Hiromi, Michel Camilo e Gonzalo Rubalcaba

La grande tecnica esecutiva e l'anima latina dominano la serata di UJ dedicata al "pianismo " nel jazz/Rubalcaba ricorda Johnny Winter
Ven, 18/07/2014 - 10:50

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(Carlo Vantaggioli)– Serata a “metà” a Umbria Jazz 2014. Parafrasando la famosa canzone di Pino Daniele, Nero a metà, è questo il senso dei due concerti andati in scena all’Arena Santa Giuliana, affollata ma non strapiena. Sul palco, proseguendo con il grande omaggio di UJ al “pianismo” contemporaneo, Hiromi Uehara-Michel Camilo Duo e a seguire Gonzalo Rubalcaba con una nuova formazione in quartetto. Tutti già più volte presenti a Perugia e beniamini del pubblico di UJ.
Entrambi i concerti di ieri sera, 17 luglio, hanno rappresentato quella “metà” di universo musicale e creativo che ruota in ognuno degli artisti presenti sul palco del Santa Giuliana
Per Hiromi ad esempio, è stato necessario stemperare la tecnica, quasi circense, per mettersi al servizio di un Michel Camilo che ha invece decisamente abbreviato le sue interminabili “tirate” solistiche, più per galanteria che non magari per minor voglia di esibirsi. Hiromi ha seguito come un ombra l’anima latina di Camilo, ed entrambi, in moltissimi legati tra un assolo e l’altro, quella del maestro Armando Anthony “Chick” Corea con il quale hanno suonato in alcune occasioni (Hiromi anche in duo come nella serata di ieri).
Il progetto Hiromi-Camilo, viene annunciato come straordinario perché oltre al concerto di Perugia ci sarà solo una seconda esibizione, sempre in Italia ad Ischia, e poi basta.
E’ sicuramente straordinaria la capacità esecutiva dei due, che tuttavia si esibiscono, creativamente parlando, solo negli assoli poiché le tracce su cui parte il gioco a due sono degli standard come Besame Mucho o Night in Tunisia, solo per fare un esempio. Creatività a metà insomma. L’intesa è palpabile e meno eterea di quella ascoltata nel concerto di Herbie Hancock e Wayne Shorter.

Nel duo Hiromi-Camilo invece c’è tutta la freschezza di due musicisti entusiasti di esibirsi in coppia e per un pubblico di intenditori come quello di UJ. C’è tempo anche per un brano suonato individualmente, che segna le differenze tra i due, ma che mai assumerà la dimensione di sfida tanto sono stati diversi nella struttura esecutiva. Hiromi è l’allieva di Ahmad Jamal e Camilo è ormai il leader incontrastato del Latin Jazz e le due cose si notano.
Indubbiamente un bel concerto, con Hiromi che sta quasi per completare, con la sua capigliatura “originale”, la totale trasformazione in Moira Orfei.
Nella seconda parte della serata, una nuova “metà” artistica di non meno valore ed interesse.
Gonzalo Rubalcaba viene considerato da alcuni critici, e non a torto, uno tra i più grandi pianisti jazz contemporanei viventi. Nella sua carriera ci sono anche 8 nomination ai Grammy, che non sembrano essere davvero poca cosa per un artista. Il suo tratto caratteristico è l’umanità e la forte partecipazione emotiva delle sue esibizioni, sempre frutto di nuovi progetti. Appena terminata la fase decisamente poetica ed intima suonata in trio, ecco aprirsi quella nuova e scoppiettante di Volcan, il nuovo album dedicato ai 4 elementi, terra, aria, vento e fuoco. Per questo nuovo lavoro, la formazione scelta da Rubalcaba è quella del quartetto con protagonisti del calibro di Horacio ”El Negro” Hernandez alla batteria, Jose Armando Gola al basso sei corde e Giovanni Hidalgo alle percussioni.
Senza mai abbandonare le tradizionali sonorità della terra di origine, il pianista cubano mette in scena tutta la capacità compositiva del jazzista di rango, usando il pianoforte ma anche la tastiera elettrica. Impressionante la differenza di tocco rispetto a Hiromi e Camilo. Rubalcaba vola e non da la sensazione di “pestare” i tasti per ottenere un suono deciso e potente, rimanendo comunque incollato alla tastiera in tutti suoi passaggi più complessi. Volcan è un lavoro molto interessante ed ha delle idee compositive che lo rendono del tutto originale, come i vorticosi cambi di passo tra accenni di son cubano e assoli di puro stampo jazzistico. Pur sempre metà e metà, a quanto pare.
L’animo nobile di Rubalcaba trova spazio nel concerto per una dedica a Johnny Winter, l’albino del rock scomparso ieri a 70 anni.
Nel complesso il pubblico di Perugia è soddisfatto ed applaude con partecipazione, andando fin sotto il palco, come ancora non ci era capitato di vedere in questa edizione.

Stasera largo alle voci femminili con Fiorella Mannoia e gli special guest, Fabrizio Bosso e Danilo Rea. A seguire  Natalie Cole.

Riproduzione riservata

(Foto: Tuttoggi.info)


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