Nei giorni scorsi nella zona tra Torregrosso e Colle del Marchese, nel Comune di Castel Ritaldi, si è verificata una strage di cani domestici avvelenati da polpette killer imbottite di sostanze velenose ad azione istantanea.
Le polpette, con tutta probabilità sono destinate non ai cani ma ai cosiddetti animali “nocivi”. Questo termine improprio di “nocivo” è utilizzato per lo più dai cacciatori per indicare animali, tipo le volpi, che con facilità catturano gli animali semi-selvatici che le associazioni venatorie liberano sul territorio per poi poterle cacciare una volta che sono cresciute e riprodotte. Sta di fatto che nei giorni scorsi qualche criminale ha disseminato di esche avvelenate, come già in passato, tutta la località di San Quirico.
Il livello di pericolosità sociale di compie un simile gesto e che lascia sconcertati quanto disarmati, è che tali bocconi sono stati lasciati vicinissimi ad abitazioni e attività agricole in cui cani e gatti domestici sono di casa: chiunque sia stato l’autore del gesto e qualunque sia stato il suo scopo, ciò aggiunge alla pratica assassina l’aggravante dello sfregio. Un vero atto criminale appunto.
A fare le spese di questa assurdità mentale, determinata da chissà quali interessi o cause, sono stati appunto alcuni cani di residenti della zona, tra cui Jack, un simpaticissimo meticcio marrone di due anni, vera e propria mascotte della Cantina Celesti, molto amato dalle proprietarie, le gemelle Valentina e Valeria Celesti, che non hanno potuto far altro che piangerlo, segnalando la morte all’anagrafe canina e denunciando per prime l’accaduto ai Carabinieri.
Crediamo sia corretto rivedere in termini fortemente restrittivi alcune pratiche attualmente concesse, come appunto il ripopolamento in zone troppo vicine a luoghi abitati e che inducono i criminali dalla polpetta facile a compiere stragi. Come anche è giunta l’ora di norme fortemente dissuasive e, perchè no, maggiormente punitive nei confronti di chi viene ritenuto responsabile di un gesto come questo.
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